giovedì 18 aprile 2019
Al cuore della liturgia di questo Giovedì Santo troverai la tavola. La tavola alla quale Gesù volle mangiare la Pasqua con i suoi discepoli, la tavola di tutti i pasti ai quali Gesù accolse i peccatori, la tavola dell'Eucaristia su cui egli torna sempre a offrirsi, la tavola alla quale oggi tu sei invitato. Se ci pensi bene, la tavola è l'estensione della vita. La tua prima tavola sono stati, per esempio, il grembo di tua madre e le braccia di tuo padre. La tavola è stata, lungo gli anni, un indispensabile luogo di riconoscimento e di ospitalità, esperienza di scambio e territorio di relazione. Per questo la tavola ha la forma di un dono ed evoca tutti coloro che ci nutrono. Non ti alimenti solo di cibo. Fondamentalmente, noi ci alimentiamo gli uni degli altri. Siamo nutrimento gli uni per gli altri. Non comprenderemo nulla della tavola, se la riduciamo a una realtà fisica. La tavola è la concretizzazione della cura fondamentale dell'esistenza. È il luogo della risposta positiva ai bisogni più elementari come pure a quelli che esprime il nostro cuore, assetato d'amore. A tavola capisci di essere amato, e puoi udire, rivolto a te: «voglio che tu sia», «voglio che ti senta ascoltato», «voglio che tu goda dei sapori», «voglio per te la pienezza». Oggi è importante che tu lo sappia: Gesù ti invita alla sua tavola.
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