martedì 14 febbraio 2023
Eros non vuol farsi vedere da Psiche. L’amore per definizione non ha volto, e la sua non deve risultare un’identità riconoscibile. Se non possiede lineamenti, è per la semplice ragione che amore è forza pura: se e quando invade l’anima deve poterlo fare conducendola a peregrinare verso un mondo altro, privo di attinenza alcuna con quello reale, visibile. Apuleio descrive l’istante della trasgressione di quel divieto di vedere pensandolo come apice del divampare d’amore. Quando divorata dalla curiosità Psiche solleva la lampada e scorge l’oggetto proibito, ovvero le fattezze bellissime di Cupido addormentato, il suo smarrimento è totale, di una totalità che comprende in sé anche la gioia. Di fronte a cotanta inimmaginata meraviglia, Psiche si percepisce «stanca, perduta», eppure nello stesso momento «si sente rinascere». Singolare vertigine di estasi, in cui disorientamento e nuovo inizio convergono. La stessa estasi cui si ispira Canova quando scolpisce Psiche raffigurandone lo sguardo fisso su un orizzonte imprecisato. Amore la guarda, Psiche invece subito dopo averlo “smascherato” smette di guardarlo: resta in sé stessa, per quel singolo attimo estaticamente inconsapevole di tutto il precipitare delle cose che seguirà. Folgorata dalla visione, e grazie a quella folgorazione, rinata. © riproduzione riservata
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