mercoledì 22 aprile 2020
Le telecamere di un tg davanti allo stabilimento di Marghera di Fincantieri, una delle grandi aziende che hanno riaperto perché rientranti in "filiere essenziali". Sfilano all'alba ai cancelli le prime operaie che tornano in fabbrica, dopo oltre un mese. Alla fine dell'estate i tg fanno spesso questo tipo di servizi: le ferie finite, di nuovo al lavoro, con l'abbronzatura che sbiadisce. E un sorriso mesto sulle labbra, che poi a mensa, fra colleghi, si fa un franco sbuffare: non è possibile, già finite le vacanze, rieccoci a faticare. Ma in questo 20 aprile 2020 le giovani donne con la bocca coperta dalla mascherina hanno altri sguardi. Occhi che sembrano sgravati da un affanno. Da una grande paura: le bollette, il mutuo, i bambini, tutto in pochi giorni tremante, come scosso alle fondamenta da un poderoso, improvviso terremoto. E stamattina, invece, le prime 300 tornano in fabbrica. Ai microfoni dei giornalisti poche parole, e il sorriso si intuisce, ma sta nascosto sotto la mascherina. Gli occhi, invece, parlano. Di un sospiro di sollievo, di un po' di speranza ritrovata. Una famiglia tira il fiato: il mutuo, i libri di scuola, la benzina: ce la faremo ancora. Tutto il resto – l'auto più bella, i "like" sui social, la ricchezza sognata in un Gratta e vinci, tutto ciò che "prima" sembrava tanto importante – forse non lo era. Che i figli crescano e vadano a scuola, e che ci si trovi insieme a cena, la sera, sono le cose che contano davvero. Non ce ne eravamo in tanti un po' dimenticati? La ragazza bruna che all'alba inizia il suo faticoso turno s'è alzata che ancora era buio, ma stamattina ha altri occhi: grati. E si è guardata attorno, e s'è accorta che è maggio, quasi. E appena può si comprerà un vestito leggero, a fiori.
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