giovedì 13 maggio 2004
C'è chi regala a piene mani e nessuno gli è grato. Infatti, il modo di donare val più di ciò che si dona. Il bugiardo è una delle commedie più note del grande drammaturgo francese del Seicento Pierre Corneille, commedia che influenzerà Molière e sarà imitata da Goldoni. Da essa ho raccolto questa battuta, destinata a illustrare un tema apparentemente marginale, in verità significativo. Nell'aiutare un'altra persona (ma potremmo allargare il discorso a tutte le azioni) non è decisivo solo l'atto, il dono, il gesto, l'intervento. Rilevante è anche la façon, come dice in francese lo scrittore, ossia la maniera, lo stile, la forma. E', questo, un aspetto a cui poco si bada, soprattutto ai nostri giorni spesso sciatti e trasandati. Se, infatti, si dà un aiuto e lo si fa pesare, è inevitabile che esso perda una buona parte del suo merito. Se si fa capire che si attende in futuro un ricambio, la gratuità si dissolve. Se si offre un sostegno ma lo si destina all'altro in modo sbrigativo, come un fastidio o un dovere da liquidare nel più breve tempo possibile, si umilia il destinatario facendogli capire di essere un impaccio sgradito. L'elencazione potrebbe continuare anche per tante altre opere che si compiono malamente e in modo sgraziato, dissolvendone parzialmente e talora totalmente l'efficacia. Lo scrittore tedesco Heinrich Böll (1917-1985) osservava a ragione che «nell'esercizio anche del più umile dei mestieri, lo stile è un fatto decisivo», fa parte della sostanza stessa dell'azione e non solo della forma esteriore.
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