lunedì 22 luglio 2002
Essere consci del lato misterioso della vita è il più bel sentimento che ci sia dato provare. Sta alla radice di ogni arte e di ogni scienza vera.Sono parole del grande scienziato Albert Einstein che ebbe sempre un"attenzione spiccata verso "il lato misterioso" non solo della vita ma anche di tutta la realtà. È forse proprio qui la discriminante tra la scienza vera e la tecnica. Quest"ultima è fermamente convinta di poter risolvere tutti gli interrogativi proprio perché si attesta sulla superficie visibile ove i nodi sono evidenti e l"apparenza chiara. La scienza, invece, va alla ricerca delle cause profonde e necessariamente incrocia il suo percorso con la filosofia o la teologia.Certo, ognuna di queste discipline ha la sua strada specifica e i suoi strumenti di analisi; ma spesso il desiderio e la meta sono comuni: cercare di spiegare "il lato misterioso" della realtà. E questo "mistero" è particolarmente profondo quando c"è di mezzo la vita, tant"è vero che il poeta tedesco Hölderlin non esitava a definirla "un"immagine della divinità", sulla scia della Genesi che considerava la creatura umana "immagine e somiglianza di Dio". Proprio per questo l"arte e soprattutto la scienza devono sempre inoltrarsi nel "mistero" della vita con rispetto, senza l"orgoglio del padrone o l"arroganza del conquistatore. Essa fa parte di un progetto grandioso che ci trascende, come diceva lo scrittore russo Vladimir Nabokov: «La vita umana è una serie di note a piè di pagina di un immenso e oscuro capolavoro» (Fuoco pallido 1962).
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