giovedì 24 novembre 2022
Capita che il collezionista di comparse finisca su una falsa pista. Seguendo le chimere della memoria, si ritorna alla lunga sequenza del naufragio del transatlantico in Titanic di James Cameron (1997), convinto che a un certo punto, poco prima che la nave si impenni spezzandosi in due, un gentiluomo attaccato alla balaustra guardi speranzoso verso Leonardo DiCaprio. Nel ricordo l’immagine è disegnata con precisione: l’uomo veste il frac, il papillon è inappuntabile, i baffi sono candidi e ben curati. Per un istante, come ogni comparsa che si rispetti, ruba la scena al protagonista lasciandosi scappare un sorriso di sollievo che subito verrà smentito dalla tragedia. Chi meglio di lui potrebbe testimoniare dell’illusorio destino dato in sorte ai figuranti? Nessuno, si capisce, se solo in quel benedetto film l’episodio ci fosse veramente. E invece, nonostante le verifiche, il dettaglio non salta fuori. Lo si sarà visto da un’altra parte, ci si convince, si sarà confuso un naufragio cinematografico con un altro naufragio cinematografico. Ci si rammarica, ci si vergogna dell’errore, ma sotto sotto non si perde la speranza che prima o poi, a forza di passare il kolossal al setaccio, il disperso salti fuori così come ce lo ricordiamo: indomito nel suo ottimismo, irresistibile nella sconfitta. © riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: