giovedì 26 settembre 2013
In tre conferenze del 2003, Jorge Semprún ha analizzato lo spirito di resistenza di tre grandi intellettuali degli anni Quaranta, Husserl, Bloch, Orwell. Resistenza al nazismo, resistenza al comunismo, difesa della democrazia, utopia di un'Europa riunita e libera, e tutto ciò negli anni più duri del secolo, quelli di Monaco e della vergogna delle democrazie, del patto russo-nazista e dell'onta dei comunisti, e infine dell'attacco di Hitler all'Europa. Del patto tra Stalin ed Hitler troppo poco si parla tuttora, riscattato come fu da Stalingrado e dalla resistenza sovietica. Ma Semprún ha ragione quando dice che a causa di quel patto uno iato incolmabile è stato scavato tra la storia europea e i partiti comunisti, destinato a durare oltre la guerra. E ricorda la reazione di Jacques Maritain a quel patto. Il filosofo esultò, perché gli sembrò che con quel patto i comunisti avessero preso il giusto posto che spettava loro accanto ai nazisti, che non fosse più necessario scegliere tra due mali. Con la loro alleanza, tutto diventava più chiaro e la resistenza al nazismo non aveva il bisogno di stringersi a Stalin per combattere. Scenari possibili, distrutti nel 1941 dall'attacco di Hitler all'Unione Sovietica. Ma aveva ragione Maritain, almeno da un punto di vista morale.
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