domenica 20 agosto 2006
Un gentiluomo è esigente con se stesso; un uomo volgare è esigente con gli altri. Un gentiluomo è fiero senza essere aggressivo, socievole ma non di parte. Un gentiluomo non disapprova una persona perché esprime una certa opinione, né respinge un"opinione perché a esprimerla è una certa persona" I quattro flagelli sono: il terrore che coltiva l"ignoranza e l"assassinio, la tirannia che esige raccolti senza aver seminato, l"estorsione fondata su manovre, la burocrazia che nega a ciascuno il dovuto.Qualche mese fa sono stati pubblicati un"altra volta I detti di Confucio(ed. Adelphi), a cura di S. Leys, uno dei maggiori specialisti di questo personaggio dai contorni fluidi e un po" mitici, vissuto tra il VI e il V sec. a.C. Abbiamo scelto un piccolo florilegio di queste considerazioni che hanno esercitato un forte influsso sul mondo cinese, sulla sua etica e sul suo comportamento. Protagonista è il junzi, il «gentiluomo», che originariamente era il titolo degli aristocratici, ma che poi denotava l"uomo morale e sapiente.Sono consigli semplici, di etica naturale, che meritano di essere meditati soprattutto per ribadire un dato spesso ignorato o persino contestato. Esistono valori radicali comuni che trascendono le situazioni, le origini e i contesti differenti: il rigore personale, la generosità, il rispetto, la libertà, la dignità umana. In questa linea, tra i vari aforismi proposti, ne sottolineo uno: bisogna ascoltare un"opinione saggia a prescindere da chi la dice. È questa una legge che è disattesa, soprattutto nelle pubbliche relazioni: la verità ha in sé un valore che non dipende dal piatto d"oro o di coccio su cui è collocata. La nobiltà d"animo sta proprio in questo costante rispetto e nel riconoscimento leale dell"altro.
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