mercoledì 18 maggio 2005
Un poco di filosofia inclina la mente dell'uomo all'ateismo, ma la profondità in filosofia lo avvicina alla religione.
Quando non ho sotto mano un testo da proporre per il "Mattutino" ricorro ad alcuni autori fissi che hanno la capacità di essere incisivi senza essere banali. Tra costoro c'è il filosofo inglese Francesco Bacone (1561-1626), Francis Bacon nell'originale. I suoi Saggi sono spesso costellati da aforismi e da ritratti della vita umana pubblica e privata, immersi in un cristianesimo forse un po' "laico" ma dalle radici solide. Così, sfogliando quelle pagine, ho trovato per oggi un'osservazione che mi ha colpito anche per la sua attualità. Chi scava in profondità nella realtà attraverso il pensiero scopre orizzonti sempre nuovi che lo conducono ad essere molto più esitante nell'attribuire alla ragione risposte definitive.È solo chi si ferma sulla superficie che è convinto di avere in mano tutto, di non avere bisogno di alcuna riserva, di non sospettare alcuna trascendenza e, così, di poter formulare giudizi ultimativi, spazzando via ogni Dio e ogni mistero. Il grande filosofo è sempre aperto a nuovi percorsi e a incontri insospettati. Vorrei, allora, in finale lasciare la parola a un vero genio, Galileo, che nella sua opera Il saggiatore scritto rigorosamente scientifico, osservava: «Infinita è la turba degli sciocchi, cioè di quelli che non sanno nulla; assai sono quelli che sanno pochissimo di filosofia; pochi son quelli che ne sanno qualche piccola cosetta; pochissimi quelli che ne sanno qualche particella; uno solo, Dio, è quello che la sa tutta».
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