mercoledì 19 giugno 2002
E' duro, senza dubbio, non essere più amati quando si ama; ma è niente in confronto a essere ancora amati quando non si ama più. È una sventura non essere amati; ma è un affronto non esserlo più. Entrambe queste frasi riguardano l"essere amati ma da angolature quasi opposte. La prima frase è tratta da quella specie di zibaldone autobiografico che l"omonimo scrittore francese intitolò La filosofia di George Courteline. Questo autore, nato nel 1858 e morto a Parigi nel 1929, ci ammonisce sulla pena e persino l"incubo che può provare chi sente su di sé l"alito caldo, oppressivo ed eccessivo di un amore non corrisposto. Talvolta i giornali raccontano episodi di gelosia patologica, di assedi e non di rado di vendette terribili degli innamorati nei confronti dei loro ex-amati. Per queste persone ci vuole, certo, comprensione, come suggerisce Courteline nella prima parte del suo detto, ma anche fermezza e talora anche una cura psicologica. La seconda battuta è, invece, tratta dalle Lettere persiane del famoso filosofo e letterato francese barone di Montesquieu (1669-1755). Egli sottolinea non solo la tristezza di non avere alcuna persona al mondo che ti voglia almeno un pizzico di bene, ma l"amarezza estrema di non essere più amati da chi prima ti amava. Aver gustato il calice dell"amore ti fa comprendere quanto sia duro non potervi più accostare le labbra. Il deserto della solitudine è molto più cupo quando si è provato a vivere nell"oasi dell"amore. L"amore è una realtà preziosa, delicata e fragile: custodirla dev"essere un impegno forte.
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