Conferme e proposte per “Opzione donna”
martedì 21 febbraio 2023
Negli incontri tecnici sulla previdenza in corso tra il governo e i sindacati si dibatte sulle prospettive della pensione anticipata detta “opzione donna” riservata alle lavoratrici in particolari condizioni lavorative e sociali. Questo anticipo è in vigore sin dal 2004, mantenuto sempre a titolo sperimentale, con la conseguente necessità di una sua conferma anno dopo anno, talvolta con qualche aggiornamento di passaggio. È un’opportunità per le donne lavoratrici che presenta pregi e difetti. Il primo svantaggio è il calcolo della pensione obbligatoriamente “contributivo” anche se l’interessata avrebbe diritto in base alle ultime retribuzioni (ca lcolo retributivo) e non ai contributi posseduti. Tra le ipotesi ora allo studio, la pensione anticipata potrebbe diventare strutturale, favorita anche da un anticipo di quattro mesi sull’età pensionabile per ogni figlio a carico.
Impensabile per ora, seppure auspicabile per equità, una inedita “opzione uomo”. Anche l’ultima legge di Bilancio (197/2022) è intervenuta per la conferma temporanea di “opzione donna” relativamente al 2023. L’Inps ha da poco adeguato le procedure per l’invio delle domande (sito Inps, patronati, call center) con i requisiti attualmente in vigore: possesso di almeno 35 anni di contributi, età di 60 anni ridotta di un anno per ogni figlio e per non più di 2 anni, raggiunti entro il 31 dicembre 2022, insieme a una di queste condizioni: a) assistenza di un parente convivente con handicap grave o in situazioni similari, b) riduzione della capacità lavorativa almeno del 74%, c) licenziamento da un’azienda inserita in una gestione di crisi. Questo requisito esclude quindi le lavoratrici disoccupate da aziende non inserite in tavoli di confronto. La decorrenza e il pagamento dell’assegno avverranno dopo 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e dopo 18 mesi per le autonome (artigiane, commercianti, coltivatrici dirette e imprenditrici agricole, escluse le collaboratrici). Opzione a scuola. Più urgente è l’opzione per il mondo della scuola e della formazione artistica e musicale (Afam). Per poter ricevere la pensione anticipata lasciando la scuola il prossimo 1° settembre, le interessate devono comunicarlo entro il prossimo 28 febbraio, seguendo le disposizioni della recente nota del Miur n. 4814/2023, che contiene anche l’anticipo con Quota 103. © riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI