giovedì 24 dicembre 2015
È un passo di san Basilio Magno citato in un'Udienza di Avvento, nel 2011, da Benedetto XVI. Ecco, spiegava Benedetto, cos'è davvero Natale secondo la "Omelia sulla nascita di Cristo" di San Basilio: «Dio assume la carne proprio per distruggere la morte in essa nascosta. Come gli antidoti di un veleno una volta ingeriti ne annullano gli effetti, e come le tenebre di una casa si dissolvono alla luce del sole, così la morte che dominava sull'umana natura fu distrutta dalla presenza di Dio. E come il ghiaccio rimane solido nell'acqua finché dura la notte e regnano le tenebre, ma subito si scioglie al calore del sole, così la morte che aveva regnato fino alla venuta di Cristo, appena apparve la grazia di Dio Salvatore e sorse il sole di giustizia, "fu ingoiata dalla vittoria" (1 Corinzi 15,54), non potendo coesistere con la Vita».Questa mattina, in una Milano frenetica sotto a un cielo grigio, tra la folla di corso Vittorio Emanuele mi chiedo quanto ci resta della coscienza di cosa è Natale, davvero. Quanto ci ricordiamo che questo giorno, che quella nascita è il primo pegno di una vita che supera la morte: di un ribaltamento dell'ordine della morte, cui eravamo sottoposti.A volte, quando mi trovo fra gente che non crede o crede distrattamente, e ascolto e percepisco lo sguardo che hanno sul mondo, mi sento come in una casa con il soffitto troppo basso, dove manca il respiro. Tra molte persone, peraltro oneste e buone, avverto che mi manca il fiato, per il modo in cui guardano alla vita: si nasce, dicono, si cresce, si lavora, possibilmente si fa carriera, o soldi, e se ci si riesce, e se dura, una famiglia; poi si invecchia, e in questo declino si va perdendo ogni cosa, fino al tornare un nulla.Manca drammaticamente un orizzonte, in chi sta al mondo come se Cristo non fosse nato, o fosse un elemento secondario. E io stento a capire come si faccia a vivere, pensando che quelli che amiamo possono essere annullati in un attimo, da un incidente, da un malore; come si possa vivere, pensando che quelli che ami sono destinati a morire per sempre.Natale, il senso del Natale è questo che ci ricordava Benedetto XVI. «Come le tenebre di una casa si dissolvono alla luce del sole, così la morte che dominava sull'umana natura fu distrutta dalla presenza di Dio». Semplicemente questo. La memoria che quel Bambino viene al mondo per fare la rivoluzione: scardinare l'ordine antico della morte. Quel Bambino è il germe di un sovvertimento straordinario, è ciò per cui possiamo guardare nostro figlio sapendo che, se pure ci venisse tolto, non sarà per sempre. Cos'è Natale? È la speranza indispensabile, senza la quale si inceneriscono i nostri amori.
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