martedì 28 giugno 2022
Non l'ho conosciuta, ma appartenevamo alla stessa generazione, e lei dal Lecchese veniva all'Università a Milano. Frequentavamo dunque la stessa città, forse le stesse aule, incappavamo negli stessi cortei di ragazzi con il pugno alzato, negli anni 70. Ma, Luisa, così diverso il tuo destino. Giovanissima, Piccola Sorella del Vangelo. Missionaria in Camerun, in Madagascar, poi vent'anni ad Haiti, con i bambini delle baraccopoli. Ammazzata, infine, per due soldi. I tuoi bambini, quanti di loro avevano solo i tuoi occhi buoni su di loro, quanti adesso sono davvero orfani? «Non scelgono dove andare, vanno dove sono chiamate dal gemito meno ascoltato», ha scritto di te l'arcivescovo di Milano Mario Delpini. Provo dolore per te, che non ho mai incontrato, e per i tuoi piccoli. Ma eri di poco più vecchia di me, e, confesso, un pensiero mi morde, alla tua morte.
Avevi uno straordinario talento per la maternità, che hai moltiplicato per mille. Anche io, vedi, avevo un centesimo di talento materno. D'accordo, ho avuto tre figli. Ma poi? Che ho fatto del mio centesimo? La tua morte stamattina mi fa sussultare. Ecco cos'è l'esame di maturità che continuo a sognare – un incubo, perché io proprio non so niente, non ho aperto un libro. Quell'esame, è la pesa dei talenti. Tu ti sei presentata con le braccia colme. E io? Un soffio di sgomento, come se si fosse fatto molto tardi.
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