Alla ricerca dell'Armonia perduta
Non basta fare innovazione: occorre essere innovazione. Non basta parlare di futuro, è necessario essere e farsi futuro: prima tappa della nuova rubrica di Avvenire

Prima del tempo era Armonia.
Dopo il tempo sarà Armonia.
Oltre il tempo è Armonia.
Veniamo dall’Armonia.
Tendiamo all’Armonia.
Siamo Armonia.
Nel tempo senza tempo.
La Storia, tuttavia, è segnata da innumerevoli – e tragiche – disarmonie.
Oggi più che mai.
Papa Leone XIV – nella sua prima Esortazione Apostolica “Dilexi te” – ci invita a riconoscerlo (e a porvi rimedio).
La corsa cieca al tecno-sviluppo estrattivo e incrementale – che tutto consuma, più di ogni cosa il “senso” – ci restituisce un pianeta malato, una comunità sofferente e un cuore stanco.
È una ferita spirituale prima ancora che una ordinaria ingiustizia sociale.
Nell’era dell’“antropocene aumentato”, ciò che davvero ci rende umani sembra rarefarsi, fino quasi a dissolversi.
L’Uomo moderno attraversa affannosamente (e spesso passivamente e inconsapevolmente) queste crescenti contraddizioni. Apparentemente senza soluzione.
Abbiamo occhi ma non vediamo. Abbiamo orecchie ma non ascoltiamo.
Il passo grave dell’Umanità ci accompagna in questo itinerario faticoso, fatto di cadute e rinascite, di ricerca e attesa, di tenebra e luce, di bene e male. È – da sempre – il viaggio dell’Uomo, sospeso tra il “già” e il “non ancora”, tra desiderio e possibilità, tra potenza e atto, tra immanenza e trascendenza.
Oggi come ieri, ogni epoca ha avuto i suoi viaggiatori.
Abramo, pellegrino dell’invisibile e della promessa.
Ulisse, naufrago del senso e della coscienza di sé.
Enea, viandante della memoria e del dovere.
Dante, indagatore della verità e dell’eterno.
Leopardi, esploratore dell’altrove e del limite.
Tutti, in modi diversi, ci hanno ricordato (e insegnato) che il viaggio non è fuga: è conquista, è approdo, è ritorno, è rivelazione. È salvezza.
L’Armonauta non è un viaggiatore qualsiasi. È l’Uomo della contemporaneità irrimediabilmente irrisolta, che esamina la complessità del presente con lo sguardo rivolto al passato e al futuro. E all’Eternità, per chi crede.
L’Armonauta è l’Uomo della speranza.
L’Armonauta è l’Uomo della fede incrollabile.
Essere Armonauti significa accettare questa tensione molteplice, abitando l’intervallo tra finito e infinito, tra morte e resurrezione. È imparare a camminare dentro le fratture della realtà cercando di ricomporle. Impegnandosi nella tessitura di una trama preziosa di “senso”, nelle crepe della Vita.
Nel suo viaggio, l’Armonauta si misura con le distonie dell’attualità – la guerra, la solitudine, il potere della tecnologia, l’eclissi del vero, l’oblio del logos – ma non vi si rassegna.
Egli non rigetta la modernità ma la trasfigura, la redime: ne assume le conquiste senza rinunciare al mistero.
Ogni dissonanza diventa occasione di ricerca, ogni ferita un varco, ogni contraddizione una possibilità di crescita.
Perché, come ci insegna Agostino, «il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te».
Così, il viaggio dell’Armonauta si rivela come un lento, ininterrotto e necessario pellegrinaggio di ritorno all’Origine. O al Fine Ultimo se si preferisce. Le due cose coincidono.
È la ricerca di un equilibrio possibile tra ciò che l’Uomo “può” e ciò che “deve”, tra la scienza che indaga e la sapienza che orienta, tra politico e poetico, tra téchne e pneuma.
Non basta “fare innovazione”: occorre “essere innovazione”.
Non basta “parlare di futuro”: è necessario “essere e farsi futuro”.
Un futuro non artificiale, ma incarnato; non disumano, ma spirituale; non chiuso nel calcolo, ma aperto alla grazia; non soffocato dalla tecnica ma vivificato dallo spirito.
Scrutando le antiche mappe: la sapienza antica che chiamava kosmos l’ordine vivente; la tradizione umanistica che poneva l’Uomo come misura, ma mai come padrone; il Magistero sociale della Chiesa, che educa a una prospettiva soteriologica dell’esistenza.
Ecco il compito dell’Armonauta, dunque: ritrovare (e far risorgere) l’Umano nell’Uomo.
Perché la vera Armonia è obbedienza alle leggi della vita.
Avviamoci dunque, insieme: alla ricerca dell’Armonia perduta.
Si lascerà trovare.
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