Tajani: «I 22 italiani fermati da Israele stanno bene»

Il ministro degli Esteri: sono sollevato, ma ignorati anche gli appelli di Mattarella. Voto sulle mozioni, la premier contro le opposizioni: scelta radicale
October 1, 2025
Tajani: «I 22 italiani fermati da Israele stanno bene»
ANSA |
Subito il primo chiarimento. Quello che l'Italia si aspetta. Al momento sarebbero 22 gli italiani fermati dalle forze israeliane che hanno intercettato la Flotilla in navigazione verso Gaza. E sono tutti in buone condizioni. Dopo una notte passata attaccato al telefono il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, arriva a Montecitorio (presto si sposterà anche a Palazzo Madama) per aggiornare il Parlamento. Ma soprattutto il Paese.
«Continuiamo a monitorare la situazione. Su mie istruzioni, il Consolato a Tel Aviv e il Consolato Generale a Gerusalemme assisteranno tutti gli italiani, sia al porto sia nelle procedure di rimpatrio... E già da questa notte i due Consolati in contatto con i legali dei cittadini italiani imbarcati. Secondo le informazioni disponibili, raccolte attraverso l'unità di Crisi, che sta seguendo passo dopo passo la situazione, tutti i nostri connazionali sono in buone condizioni». Nessun incidente, nessuna pagina nera. Tajani ammette: «Sono sollevato dal constatare che le regole di ingaggio siano state rispettate e che fino a questo momento non si registrino atti di violenza o complicazioni nelle operazioni delle forze israeliane» per fermare la Flotilla.
I canali di comunicazione Roma-Israele sono costanti. «Mentre era già a Montecitorio - confida Tajani - ho avuto una nuova telefonata con il collega israeliano Gideon Sa'ar, al quale ho chiesto ancora una volta garanzie per il trattamento dei nostri connazionali e mi è stato risposto in maniera affermativa». Ora si guarda al dibattito in Parlamento che divide maggioranza e opposizioni. Salvo cambiamenti dell'ultimo minuto, dovrebbero essere due le risoluzioni che il centrodestra alla Camera si appresta a depositare sulle comunicazioni del ministro degli Esteri sulla situazione nella Striscia di Gaza e sugli ultimi sviluppi relativi alla missione della Global Flotilla. Un testo dovrebbe contenere solo il riferimento al piano Usa, mentre l'altro testo sarebbe quello più politico, dove vengono sviluppati i punti già annunciati dalla stessa premier Meloni per il riconoscimento dello Stato di Palestina, ma a due condizioni (Hamas fuori da ogni futuro governo e la liberazione e restituzione degli ostaggi ancora in mano ai terroristi). Il centrosinistra, invece, presenta una risoluzione unitaria (siglata da Pd, M5S e Avs) ma si appresta a non votare contro il testo della maggioranza sul piano Usa. Ancora da stabilire se il non voto contrario sarà un'astensione o la scelta di uscire dall'aula al momento del voto. Azione presenterà una propria risoluzioni, così come Italia viva. Critica Meloni. «Mi dispiace che, di fronte a un appello che avevamo fatto alle opposizioni a votare unitariamente una mozione di sostegno al piano di pace per la crisi mediorientale, la gran parte dell'opposizione abbia fatto un'altra scelta. Davvero questo non lo comprendo, perché ricordo che c'è stato un sostegno di questo piano da parte dei paesi europei, dei paesi arabi, dell'Autorità nazionale palestinese e quindi rimane solo la sinistra italiana, che evidentemente ha delle posizioni più radicali».
Aspettando il voto, Tajani rassicura il Paese senza dimenticare gli appelli a fermarsi lanciati alla Flotilla e caduti nel vuoto. «Sin da prima della partenza della Flotilla, avevamo fatto tutto il possibile per segnalare i pericoli di questa iniziativa. Ne avevo parlato a lungo con la portavoce, facendo appello al senso di responsabilità, ricordandole i gravi rischi insiti nell'operazione. Tutti i nostri appelli, le stesse autorevoli parole del Presidente della Repubblica Mattarella, sono stati ignorati».

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