Taglio dell'Irpef e figli: cercasi manovra a misura di famiglia

Il presidente del Forum, Bordignon, propone di rimodulare le imposte in base ai carichi familiari. Convegno alla Camera su "Essere genitori oggi": «Congedi parentali vissuti come costi»
September 24, 2025
Taglio dell'Irpef e figli: cercasi manovra a misura di famiglia
Gennari | Alcune famiglie con bambini in chiesa
Il Governo fa i conti con l’opportunità che si presenta per i risparmi relativi al calo dello spread arrivato sotto quota 100. «Non è un trofeo», ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ha annunciato già al Meeting di Rimini e ribadito di recente la sua intenzione di mettere a disposizione queste risorse in via prioritaria per le famiglie e le piccole imprese. Ieri Giorgetti, intervenuto al Senato per il question time, si è limitato a prospettare una cedolare secca per le imprese, mentre dalle opposizioni è stato sollevato il problema, con Nicola Fratoianni di Avs, dell’inflazione «che si è mangiata lo stipendio dei lavoratori». Giorgetti replica promettendo interventi di adeguamento sugli stipendi.
Il presidente del Forum delle Associazioni familiari Adriano Bodignon è tornato intanto a chiedere un intervento mirato a favore delle famiglie con figli: «Si tratta di una questione esplosiva. Giorgetti ha prospettato la possibilità di un robusto taglio dell’Irpef nella misura del 2%. Bene, ma noi chiediamo che, invece di un taglio lineare, possa essere adottata una misura che, in tutto o in parte, tenga conto dei carichi familiari». Sul tema interviene anche l’ex ministra Elena Bonetti, di Azione, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica: «Serve un’azione strategica, andando oltre la logica dei bonus. I sostegni alle famiglie non possono più essere concepiti in maniera disgiunta dagli incentivi all’occupazione femminile» avverte.
I due temi stanno insieme, come emerso da un incontro al quale Bordignon e Bonetti hanno preso parte ( “Scegliere di essere genitori oggi”) tenutosi alla sala del Refettorio della Camera, promosso dalle associazioni “Valore D” e “Fuori Quota”. Si è fatto il punto sugli ostacoli alla maternità, attraverso un’indagine su paternità e condivisione della cura dei figli realizzata in Italia, Spagna e Portogallo, in collaborazione con il Centro per la Salute delle Bambine e dei Bambini. Ne è emerso un quadro davvero preoccupante del nostro Paese, in raffronto con gli altri due. Fra i dati più indicativi di un malessere grave: i risicati 10 giorni di paternità previsti in Italia vengono fruiti solo da un quarto dei papà, a fronte della Spagna in cui i giorni sono 110 e vengono fruiti per intero dal 90% dei padri. Uno dei problemi da rimuovere è la retribuzione non piena di questi congedi, lo lascia intendere il fatto che il 67% dei padri si dichiara disposto a congedi più lunghi se questo non comportasse un taglio della retribuzione. Emerge anche come una fake news il fatto che l’occupazione femminile possa costituire un freno alla maternità. Il gender gap (-18%) nel rapporto fra occupazione di donne e uomini, nonostante i buoni risultati che si registrano sul fronte degli incentivi all’occupazione femminile, si abbina infatti a un dato davvero eclatante, che vede la penalizzazione per le donne quando arrivano dei figli. Si registra un tasso occupazionale per il 27% inferiore rispetto alla media. Per gli uomini, invece, i figli si trasformano in opportunità (il passaggio da “child penalty” a “child opportunity”): si registra un andamento migliore del tasso di occupazione nella misura del 14%.
L'incontro di ieri alla Camera su "Essere genitori oggi", con la presidente della commissione d'inchiesta sulla transizione demografica, Elena Bonetti (a sinistra) - Picariello
L'incontro di ieri alla Camera su "Essere genitori oggi", con la presidente della commissione d'inchiesta sulla transizione demografica, Elena Bonetti (a sinistra) - Picariello
Nel corso dell’incontro sono state evidenziate anche le buone pratiche di alcune grandi aziende nella realizzazione di un migliore welfare aziendale, su misura dei genitori, con risultati tangibili. Ma le piccole e medie imprese fanno fatica: per loro è emersa l’esigenza di un intervento deciso delle istituzioni, soprattutto a livello locale: «I congedi parentali e la maternità non possono essere più vissuti come costi, e la maternità come una zavorra che le donne si portano dietro all’atto dell’assunzione», dice Bonetti.
La Commissione da lei presieduta è un luogo in cui si tenta un confronto bipartisan su un tema ormai irrinunciabile, come ha sottolineato Giuseppe Castiglione di Forza Italia, che ne è il vicepresidente. «L’occupazione femminile resta ferma al 52,5%, ultima in Europa», ha ricordato Alessia Ambrosi di FdI, ribadendo che «il futuro dell’Italia dipenderà da una politica che non lasci sole le famiglie, ed è l’impegno - ha concluso - preso dal nostro partito e dal Governo Meloni». «Ma non bastano le politiche-tampone», ha avvertito anche Luana Zanella di Avs.
All’incontro è arrivato anche un messaggio di Eugenia Roccella, ministra per le Pari opportunità e la Famiglia. «È ormai evidente dalle analisi condotte da numerosi studiosi anche italiani, che le letture esclusivamente economicistiche, che riconducono alle sole cause materiali le ragioni della crisi demografica, spiegano solo parzialmente il fenomeno e dunque non sono sufficienti interventi di questo tipo pur doverosi e fondamentali». Si tratta, per Roccella, anche «di rendere la genitorialità compatibile con i nuovi stili di vita e attrattiva alla luce di essi». È questa dunque «una delle sfide del nostro tempo. Occorrono soluzioni nuove, nella consapevolezza che l’inversione dei trend richiede tempi lunghi dopo una pluridecennale disattenzione. Non si tratta di convincere le persone, in particolare le donne, a far figli. Significa - ha concluso - assicurare loro la libertà di fare i figli che vogliono senza sentirsi penalizzate».

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