«Si può essere santi anche in politica: seguiamo Bhatti e Casini»

Il 29 settembre al Senato iniziativa per far riflettere sul valore della coerenza tra fede e impegno pubblico. E sul suo prezzo. Parla Luisa Santolini, che guida l'Associazione Amici di Carlo Casini
September 21, 2025
Davvero la politica può essere «via alla santità»? Se lo chiederà il convegno su Carlo Casini e Shabhaz Bhatti (politico pakistano cattolico assassinato nel 2011) il 29 settembre al Senato, organizzato – tra gli altri – da Luisa Santolini, presidente dell’Associazione Amici di Carlo Casini.
Cosa unisce due figure apparentemente così lontane?
È vero, sono lontani per nascita, Paese di origine, età, storie personali, per la fine che li ha portati “davanti al Trono dell’Altissimo”, per i loro percorsi nella società civile, per tradizioni e culture diverse. Eppure si erano non solo conosciuti ma “riconosciuti” in quel tratto specifico che è tipico delle persone chiamate a una testimonianza speciale: la fede nel Signore, come unico faro della loro vita, e la fede nella politica, come luogo privilegiato del loro agire. Parlare di fede e di politica sembra una contraddizione in termini, proprio mentre si fa un gran parlare dell’assenza dei cattolici in politica, della loro scarsa capacità di incidere sulle scelte fatte da chi governa la cosa pubblica. Per questo vorremmo richiamare l’attenzione proprio sul fatto che attraverso due uomini straordinari questo connubio tra fede e politica sia ancora possibile anche ai massimi livelli.
Che idea di santità in politica esprimono Shahbaz e Carlo?
Dicono che la politica è via alla santità, e questa via si chiama fedeltà al Vangelo nell’agorà. Per essere santi non occorre essere protagonisti di gesta sovrumane ma essere straordinari nella vita ordinaria, come disse san Paolo Vl, e sia Bhatti che Casini lo furono. Shahbaz viveva in un contesto difficilissimo dove le minoranze sono viste con sospetto, con la legge sulla blasfemia che è un modo per eliminare avversari scomodi: lui era ministro per le minoranze e sapeva benissimo che rischiava la vita ogni giorno, ma non ha mai fatto un passo indietro per non venir meno al suo mandato di cristiano e di uomo delle istituzioni. È morto martire per la sua fede. Per Carlo la situazione è analoga: nei contesti più difficili quali possono essere i Parlamenti italiano ed europeo, malgrado numerosi attacchi, non ha mai rinunciato ad affermare la verità della vita e dell’uomo. Sapeva rischiare, convincere, lottare, esprimendo un’idea di santità che non si spaventa, non arretra, non cede, forte nella preghiera e nella fiducia in Dio.
Quali aspetti della presenza dei cristiani in politica le sembrano oggi più attuali nella figura di Shabbat Bhatti?
Senza dubbio la coerenza e il coraggio. È difficile nel contesto internazionale essere coerenti perché si possono pagare prezzi altissimi, come è avvenuto. Ci vuole molto coraggio e fede nella Provvidenza. Bhatti non è mai sceso a compromessi, non ha mai cercato protezione dietro false ragioni, non ha mai disgiunto la sua fede nel Dio cristiano dalle opere che doveva compiere come ministro del suo Paese. Sentiva di avere una missione e l’ha portata avanti fino alla fine, pur sapendo quello che rischiava. Oggi quanti di quelli nelle istituzioni lo saprebbero fare?
E quale tra i numerosi profili umani e cristiani di Carlo Casini ci “parla” di più oggi?
La sua caparbia insistenza, per decenni, nel dire la verità sull’uomo e sulla vita. Carlo ebbe tanto coraggio e tanta strenua volontà di affermare nei contesti più difficili che la vita dei bimbi non nati è sacra, come quella di sofferenti, malati, vecchi, deboli, fragili. Nulla di quello che affermava era banale e sempre nelle aule parlamentari cercava di coniugare la celebrazione della vita e l’osservanza delle leggi, l’affermazione di valori universali il rispetto delle istituzioni, la dignità della politica e l’imprescindibile dignità della persona umana che deve ancora vedere la luce.
La politica oggi sembra lontana dall’ideale di santità, eppure resta una delle vie più significative per viverla. Come è possibile cercarla nell’impegno politico?
Penso anch’io che la politica sia una via privilegiata per la santità, forse perché è la più difficile, ma non penso ci siano ricette: basterebbe seguire le orme di chi ci ha preceduti. Un’impresa ardua per le infinite sirene che circondano la politica e che è davvero difficile non ascoltare. Occorrono fede, umiltà, coraggio, convinzione e competenza, Poi lo Spirito del Signore e la grazia di stato faranno il resto...

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