Meloni lancia la sfida per il 2027

Confermato l’obiettivo riforme: premierato, fisco, autonomia e giustizia. Ma è la politica estera che la presidente del Consiglio considera il suo punto di forza
May 2, 2025
Meloni lancia la sfida per il 2027
Ansa | La presidente del Consiglio Giorgia Meloni
«Voglio realizzare per intero il programma del centrodestra e potermi ripresentare agli elettori dicendo la cosa più banale su cui i politici andrebbero giudicati: ve lo avevamo promesso». Un buon viatico per tentare il bis, auspica Giorgia Meloni, che ieri ha dato un’intervista all’agenzia AdnKronos, con un bilancio dei suoi anni di governo e i progetti per il futuro del Paese. «Vale per l’economia, per l’immigrazione, per la sicurezza, per il sostegno alla famiglia, per le riforme istituzionali, per la politica estera. E vale per il lavoro».
La presidente del Consiglio dipinge un quadro roseo, inedito per un’Italia - dice - che ha capovolto «la narrazione all’estero», guadagnando rispetto, e focalizza solo poche questioni su cui avrebbe voluto già fare di più, anche se, lascia intendere, il tempo non le manca per invertire la rotta: il prezzo dell’energia, che, spiega, vorrebbe «abbassare strutturalmente» e la natalità, su cui - continua «vorrei ottenere gli stessi straordinari risultati che abbiamo ottenuto sul fronte dell'occupazione e su quello del contrasto all'immigrazione irregolare». A sipario abbassato sulla Festa del Lavoro che il suo governo ha voluto celebrare con l’annuncio di destinare 650 milioni di euro per la sicurezza, la premier insiste: «Vogliamo essere ricordati come il governo che ha aumentato il lavoro, ridotto il precariato e messo al centro la sicurezza sul posto di lavoro». Sui salari che non consentono di arrivare a fine mese, Meloni ha ascoltato il presidente della Repubblica Mattarella e, spiega, «non ho sentito quelle parole». Piuttosto, dice, il capo dello Stato «ha giustamente ricordato che l’Italia si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo, anche se dal 2024 si assiste a una ripresa» e su questa l’esecutivo intende recuperare terreno.
Le riforme in programma non mancano, dunque. E sopra a tutte c’è il premierato, a cui la presidente del Consiglio dice di non intendere rinunciare: «È per me la madre di tutte le riforme. Insieme alla riforma della giustizia, all’autonomia differenziata, alla riforma fiscale è l’impianto riformatore per il quale gli italiani ci hanno votato». Su queste Meloni promette che il governo continuerà a lavorare con convinzione. Meno pathos sul Ponte sullo stretto di Messina, che, assicura, procede «nella giusta direzione», anche se i tratta di «un punto ambizioso del nostro programma, che condivido».
Insomma, l’obiettivo del bis per il 2027 è fissato. Ma anche il suo governo deve avere a che fare con «i seminatori di odio», così come accaduto nelle passate legislature. In questa categoria ci sono quanti hanno attaccato la senatrice Segre, ma anche gli «attacchi sessisti» di cui denuncia di essere stata vittima. C’è poi la questione irrisolta del suo ripudio del fascismo. «Rifuggo dall’utilizzo strumentale della categoria dell'antifascismo, che purtroppo storicamente non si manifestò soltanto nell’opposizione alla dittatura», replica al direttore dell’agenzia di stampa Davide Desario. «Oggi - prosegue - il vero discrimine è tra chi difende libertà e democrazia a tutte le latitudini e chi invece lo fa solo a corrente alternata. Da molto tempo a destra non c'è nessun imbarazzo a condannare ogni forma di dittatura e di violenza politica, cosa che purtroppo la sinistra non riesca ancora a fare, invocando una serie di distinguo molto preoccupanti», incalza.
Quanto alla politica estera, Meloni conferma il suo rapporto privilegiato con Donald Trump, però, mette in chiaro, «noi siamo determinati a far valere i nostri interessi nel solco della tradizionale amicizia che ci lega agli stati Uniti, con lealtà ma senza subalternità». Con gli Usa «lavoriamo a progetti comuni», ma sui dazi deciderà la Ue, conferma. Forte della «collaborazione consolidata e un rapporto di stima» con la presidente Ursula von der Leyen, che «ha accolto molte proposte dell’Italia». Quanto ai partner europei, Meloni condivide le dichiarazioni del neo cancelliere tedesco Friedrich Merz su «competitività e Green deal». Ammette «competizione» con la vicina Francia di Emmanuel Macron, con cui ora si collabora «su tanti dossier ». Quanto al premier laburista britannico Keir Starmer, a lui, dice, la unisce il «pragmatismo» che «aiuta la collaborazione».

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