Fontana: «Per Mosca fallimento totale. Gli Usa non lasceranno la Ue»

Il presidente della Camera si smarca da Salvini. E sull'esercito comune Ue sentenzia: «Complicato, se non impossibile». Referendum, il Pd critica l'accenno a marzo
December 16, 2025
Fontana: «Per Mosca fallimento totale. Gli Usa non lasceranno la Ue»
Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, con il presidente della Stampa parlamentare, Adalberto Signore/ ANSA
Un Lorenzo Fontana quasi a briglie sciolte sulla situazione internazionale. Si professa «un po’ più fiducioso» sulle prospettive di pace per l’Ucraina, perché entrambe le parti «stanno capendo che uno sforzo così prolungato non sia giustificato» alla luce dei risultati ottenuti. Soprattutto per la Russia di Putin questo conflitto «è un fallimento totale, un boomerang», al di là della propaganda. E poi «non credo che gli Usa si ritireranno dall’Europa»; e per quest’ultima, in ogni caso, progredire sull’integrazione non sarà facile, è «troppo complicato, se non impossibile» fare una «un esercito comune», perché «ci sono interessi molto differenti» e poi la storia «ha un suo peso, con le guerre del passato» fra vari stati europei.
L’incontro con la stampa parlamentare per lo scambio di auguri di fine anno diventa, per il presidente della Camera, un’occasione per parlare abbastanza liberamente di vari temi, incluso il referendum sulla giustizia, tema su cui incappa in una gaffe: «Sono felice di quanto avverrà a marzo, penso che sarebbe sbagliato interpretarlo» come un voto «pro o contro il governo». Parole contestate dal Pd: «La data è tutt'altro che pacifica e c’è un evidente interventismo del governo per un’anticipazione forzata», punta il dito la dem Debora Serracchiani. A cui ribatte il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè (FI): il presidente ha solo «riportato un’ipotesi». Ma è soprattutto sul quadro bellico e sui tentativi diplomatici che Fontana, big della Lega, si sofferma marcando di fatto una distanza dal leader di partito Matteo Salvini. Il presidente di Montecitorio non commenta mai direttamente le uscite del segretario, ma esterna - al contempo - un pensiero indipendente. In primo luogo sulla linea tenuta dalla Russia. Così, mentre le parole di Salvini («Se Hitler e Napoleone non sono riusciti a mettere in ginocchio Mosca, è improbabile che abbiano successo Kallas, Macron, con Starmer e Merz») vengono rilanciate da Mosca, lui puntualizza: è «vero» che Hitler e Napoleone fallirono le loro campagne, ma è «altrettanto vero» che dal 2022 «la Russia non ha dimostrato grandissime capacità». E la sua, oggi, «la possono definire una vittoria tattica, ma sul piano strategico non è sicuramente quella vittoria che immaginava Putin all’inizio: i russi stessi pensavano in pochi giorni di poter cambiare il governo a Kiev, invece in 4 anni hanno conquistato circa un 20% soltanto del territorio ucraino, neppure tutto quello del Donbass». Insomma, oggi hanno capito che «anche a loro conviene raggiungere la pace il prima possibile». Nessun commento, invece, sulle critiche mosse dai vertici della Lega all’Europa e al decreto armi: «In Parlamento l’unità della maggioranza c’è sempre stata finora». Su Gaza il presidente della Camera manifesta il suo favore al «riconoscimento dello Stato palestinese» che - precisa - va fatto avendo «interlocutori credibili come Abu Mazen, non affiliati a forme di terrorismo», e nel quadro delle necessarie garanzie internazionali.
Estrema cautela, invece, sulla possibilità di sviluppi a livello di un esercito e una politica estera unitaria nell’Ue: obiettivi «molto complicati», fondamentale invece è avere «una maggiore cooperazione». L’ultima sorpresa Fontana la rivela sui rapporti tra Bruxelles e gli Usa di Trump. Contrariamente a molte analisi, il “numero uno” della Camera non pensa che «si ritireranno» dall’Europa e supporta il ragionamento con un documento ufficiale votato dalla Camera Usa, in cui si dice che «sarà vietata una riduzione delle forze Usa in Europa sotto le 76mila unità». La sua idea che è gli States ci «chiedono di prenderci maggiori responsabilità. Cosa che stiamo facendo, anzi sulle spese militari «con l’aumento al 5% secondo me siamo andati oltre le aspettative».

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