I dazi di Trump: e se dopo lo choc ne uscissimo migliori?
Il presidente Usa sta demolendo le fondamenta della globalizzazione. Lo fa in modo aggressivo e caotico, quindi pericoloso. Ma incide su un sistema diventato selvaggio, causa di grandi ingiustizie
I dazi di Trump: e se dopo lo choc ne uscissimo migliori?
Il presidente Usa sta demolendo le fondamenta della globalizzazione. Lo fa in modo aggressivo e caotico, quindi pericoloso. Ma incide su un sistema diventato selvaggio, causa di grandi ingiustizie

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta demolendo le fondamenta della globalizzazione come nessuno aveva mai tentato di fare. Libero mercato, scambi globali, spostamento delle aziende vengono messi in discussione da quando, il 2 aprile, il tycoon ha introdotto i dazi contro tutto e tutti. Lo ha fatto con toni aggressivi e caotici, apparentemente senza una strategia e quindi in modo pericoloso.

La sua decisione incide però su un sistema in cui la globalizzazione è diventata estrema: ha portato enormi vantaggi a milioni di persone ma è anche riuscita a ridurre al minimo il dibattito sui suoi effetti collaterali negativi. Come la perdita di imprese e posti di lavoro, trasferiti per massimizzare il profitto. O le indecenti condizioni di lavoro di milioni di persone nei Paesi del Sudest asiatico e dell’Africa trasformati nelle “fabbriche del mondo”. O l'inquinamento.

Adesso è durissima. Ma se questo choc ci aiutasse a disegnare un sistema più equo, e a uscirne migliori?

Marco Ferrando, vicedirettore di Avvenire, ne parla nel nuovo episodio di Dentro l'Avvenire con Pietro Saccò, responsabile del settore Economia di Avvenire.

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