domenica 18 maggio 2025
Prima della preghiera mariana alla fine della Messa, il Pontefice ha ricordato la martoriata Ucraina e le violenze in Myanmar. Presenti, tra gli altri, l'israeliano Herzog e lo statunitense JD Vance
Le 156 dei Paesi di tutto il mondo delegazioni presenti sul sagrato della Basilica vaticana

Le 156 dei Paesi di tutto il mondo delegazioni presenti sul sagrato della Basilica vaticana - Reuters

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Papa Leone XIV non dimentica Gaza e l'Ucraina nel giorno dell'inizio del suo ministero petrino. Gli appelli per la pace giungono al termine della Messa e prima di recitare il Regina Caeli. «Nella gioia della fede e della comunione non possiamo dimenticare i fratelli e le sorelle che soffrono a causa delle guerre - sottolinea -. A Gaza, i bambini, le famiglie, gli anziani, sopravvissuti sono ridotti alla fame». Alla messa era presente il presidente israeliano Isaac Herzog, che su X prima della celebrazione aveva scritto. «Oggi ho il privilegio di rappresentare Israele allo storico insediamento di Papa Leone XIV. Sono grato che uno dei primi atti del Papa sia stato quello di chiedere l'immediato ritorno di tutti gli ostaggi da Gaza. Spero che il suo papato inauguri una nuova era di cooperazione tra le fedi e rafforzi ulteriormente l'amicizia tra ebrei, cristiani e musulmani in Terra Santa». «Sono ansioso di lavorare insieme per approfondire gli storici legami tra Israele e la Santa Sede e spero di poter presto accogliere Sua Santità in Terra Santa come potente simbolo di questo importante legame».

Il capitolo Ucraina

Anche «la martoriata Ucraina - aggiunge il Pontefice al Regina Caeli - attende finalmente negoziati per una pace giusta e duratura». Sul sagrato è presente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Nel primo pomeriggio il Papa lo ha ricevuto insieme con la moglie nello studio retrostante all'Aula delle udienze "Paolo VI". Successivamente c'è stato anche lo scambio di doni. Sui contenuti dell'incontro non è trapelato nulla. Nel filmato distribuito ai giornalisti si sente il Papa dire al presidente ucraino: «Felice di vederla ancora e grazie per la pazienza». Zelensky ha postato su X la sua gratitudine e quella del popolo ucraino a papa Leone XIV per le parole pronunciate dal Pontefice al termine della Messa.

Nella giornata odierna si è svolto anche un incontro a Villa Taverna, sede dell'ambasciatore americano, tra il vicepresidente Usa JD Vance, presente alla Messa con il segretario di Stato Rubio e Zelensky. (Vance e Zelensky si erano già stretti la mano durante la celebrazione). «Un buon incontro - lo ha definito su X il numero uno ucraino -. Durante i nostri colloqui abbiamo discusso dei negoziati a Istanbul, dove i russi hanno inviato una delegazione di basso livello composta da persone non abilitate a decidere. Ho ribadito che l'Ucraina è pronta a impegnarsi in una vera diplomazia e ho sottolineato l'importanza di un cessate il fuoco completo e incondizionato il prima possibile. Abbiamo anche affrontato la necessità di sanzioni contro la Russia, il commercio bilaterale, la cooperazione in materia di difesa, la situazione sul campo di battaglia e il prossimo scambio di prigionieri. È necessario esercitare pressione sulla Russia finché non sarà desiderosa di fermare la guerra. E, naturalmente, abbiamo parlato dei nostri passi congiunti per raggiungere una pace giusta e duratura", ha sottolineato Zelensky. E da Rubio viene di fatto un avallo al Vaticano come luogo neutrale di negoziazione. «Entrambe le parti sarebbero a loro agio».

Ma c'è il "giallo" della mancata presenza alla Messa della della ministra della Cultura russa, Olga Liubimova, a causa di non meglio precisati «motivi tecnici legati all'incongruenza della rotta aerea». Lo ha riferito l'agenzia russa Tass, citando un comunicato del ministero di Mosca. Liubimova doveva guidare la delegazione russa alla cerimonia, così come aveva fatto per i funerali di Papa Francesco. Stamattina è stata sostituita dall'ambasciatore russo presso la Santa Sede, Ivan Soltanovsky, aggiunge la nota del ministero.

Gli altri temi del Regina Caeli

Lo sguardo di Leone XIV, al momento della preghiera mariana, si è allargato poi al Myanmar, dove «nuove ostilità hanno spezzato giovani vite e innocenti». «Mentre affidiamo a Maria il servizio del Vescovo di Roma, Pastore della Chiesa universale - ha concluso il Pontefice -, dalla “barca di Pietro” guardiamo a Lei, Stella del Mare, Madre del Buon Consiglio, come segno di speranza. Imploriamo dalla sua intercessione il dono della pace, il sostegno e il conforto per chi soffre, la grazia, per tutti noi, di essere testimoni del Signore Risorto».

La Messa di inizio pontificato è stata dunque anche un'occasione di contatto con i grandi del mondo e molti capi di Stato e di governo. Il Pontefice ha ricevuto in udienza anche la presidente della Repubblica del Perù, Dina Ercilia Boluarte Zegarra. Nel Paese andino, papa Prevost ha passato venti anni della sua vita, prima come missionario agostiniano, poi come vescovo, acquisendo anche la cittadinanza peruviana.

Nella Basilica Vaticana il Papa ha quindi ricevuto l'omaggio delle 156 delegazioni presenti alla Messa. La prima è stata quella italiana, guidata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A seguire la premier Giorgia Meloni e il presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Meloni, tramite i social ha fatto sapere: «C'è un legame indissolubile tra l'Italia e il Vicario di Cristo. Il popolo italiano guarderà a lui e alla Chiesa come guide e punti di riferimento, in questo complesso tornante della storia». La premier ha anche postato la foto del saluto con il Papa, accompagnato dalla scritta «Buon Ministero, Santo Padre».

Tra gli altri, c'è stato l'omaggio del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance. E subito dopo un simpatico strappo al protocollo. Papa Leone XIV ha abbracciato il fratello maggiore Louis, giunto dalla Florida, dove risiede abitualmente.

Anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen sui social ha scritto: «In Europa sappiamo che la pace non può essere data per scontata. Deve essere realizzata, curata e amata. Mentre Papa Leone XIV intraprende il suo magistero, camminiamo con lui nella sua visione: La pace è un miracolo a cui tutti siamo chiamati a dare forma».


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