mercoledì 27 giugno 2018
Prima dell'udienza generale il Papa ha fatto il gesto delle corna a tre dita, che significa: ti amo. Dal pollice alzato alla preghiera delle cinque dita, un Pontefice che parla, anche, con le mani.
Il Papa saluta con il gesto che significa: love, "ti amo" (Vatican Media)

Il Papa saluta con il gesto che significa: love, "ti amo" (Vatican Media)

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Il gesto è curioso, singolare. Il Papa lo ha usato prima dell’udienza generale del mercoledì. Si tratta delle cosiddetta corna a tre dita. Nel linguaggio dei segni significa “ti amo”. E in effetti il Papa si è rivolto così salutando il gruppo "Deaf Catholic Youth Initiative of the Americas". Si tratta di un'associazione fondata a Chicago da don Joseph A.Mulcrone per favorire l’inserimento sociale ed ecclesiale delle persone non udenti.

Quella volta a Manila con il cardinale Tagle

E non è neanche la prima volta che Francesco usa questo gesto. L’aveva già fatto a Manila durante il viaggio del 2015 nelle Filippine, nel corso dell’incontro con le famiglie. A “insegnarglielo” era stato il cardinale Luis Antonio Gokim Tagle, arcivescovo della capitale e presidente di Caritas internationalis. Si tratta di un gesto molto utilizzato nella simbologia rock anche se nato per i non udenti. A codificarlo fu infatti l'Americam Sign language combinando i segni delle lettere I, L, e Y: “I love you" appunto. “Ti amo".

Il pollice alzato

Come detto, già in altre occasioni il Papa ha usato il linguaggio dei segni. Per tutte si può ricordare l’udienza generale del 25 maggio 2016 quando iniziò il giro di piazza san Pietro sulla papamobile, con un gesto del tutto particolare: il saluto che si compie agitando e ruotando il palmo della mano con le braccia in alto. In questo modo volle dare il suo benvenuto a un gruppo dell’Ente nazionale sordi proveniente da Firenze. C’è poi il gesto del pollice alzato, a significare, “tutto bene”. Un segno diventato così popolare da collegarlo direttamente al Papa e che è valso a Francesco anche la copertina dell’edizione italiana di Rolling Stones.

La preghiera delle cinque dita

Ma le mani, ricorda il Papa servono anche per pregare. Per esempio per recitare il Rosario quando non abbiamo la classica corona oppure per l’ormai notissima preghiera delle cinque dita, citata da Francesco in più occasioni. Con il pollice si ricorda chi ci è più vicino; con l’indice chi ha il compito di guidare gli altri; con il medio quanti hanno nelle mani le sorti della società; l’anulare, il dito più debole, ci ricorda invece quanti soffrono nel corpo e nello spirito; infine, il mignolo, il dito più piccolo ci invita a invocare il Signore per noi stessi.

Comunque qualunque sia il gesto, il saluto, la preghiera, una cosa non manca mai nella comunicazione del Papa: il sorriso affettuoso e spontaneo.


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