Uno dei cardinali in Vaticano all’uscita della quarta Messa di suffragio per Francesco - Ansa
Non ci sarà il cardinale Angelo Becciu tra gli elettori che alle 16,30 del 7 maggio entreranno nella Cappella Sistina per dare il via al Conclave che dovrà eleggere il nuovo Papa. Ieri, poche ore prima che fosse annunciato l’orario di inizio, è arrivata infatti la dichiarazione di rinuncia da parte del porporato rimasto invischiato nelle vicende giudiziarie legate alla compravendita di un palazzo a Londra e che papa Francesco aveva esautorato il 24 settembre 2020. Rinuncia che era già nell’aria fin da lunedì e che il cardinale sardo ha spiegato con un breve comunicato: «Avendo a cuore il bene della Chiesa - si legge nel testo diffuso ai media -, che ho servito e continuerò a servire con fedeltà e amore, nonché per contribuire alla comunione e alla serenità del Conclave, ho deciso di obbedire come ho sempre fatto alla volontà di papa Francesco di non entrare in Conclave pur rimanendo convinto della mia innocenza».
Si è chiuso così il caso più spinoso di questa fase di pre-Conclave. Una vicenda che era emersa già nelle prime Congregazioni generali, dato che il cardinale Becciu sosteneva il proprio diritto-dovere di essere annoverato tra i cardinali elettori, in base al fatto che, a quanto gli risultava, non ci sarebbe mai stata una esplicita volontà di escluderlo da parte del Papa. Tuttavia, dopo le prime riunioni, come hanno rivelato indiscrezioni di stampa, sono emerse due lettere firmate da Francesco che andavano nella direzione opposta: niente Conclave per Becciu. Una risale al 2023, l’altra è dello scorso marzo, quando Bergoglio era ricoverato al Gemelli. Queste due lettere - firmate soltanto con una ‘F’ - sarebbero state mostrate a Becciu giovedì scorso dal cardinale Pietro Parolin. Il riferimento all’obbedienza rispetto alla volontà del Papa, contenuto nella dichiarazione del porporato, sembra avvalorare la ricostruzione. Sul piano giudiziario, comunque, il caso Becciu non è ancora arrivato a sentenza definitiva. In primo grado il cardinale è stato condannato a cinque anni e sei mesi. L’appello si aprirà il prossimo 22 settembre, sempre in Vaticano. E proprio in questi giorni stanno emergendo nuovi elementi, come le chat segretate durante il processo, che sembrerebbero configurare una macchinazione ai danni dello stesso Becciu.

Alcuni cardinali escono dal Vaticano alla fine della Congregazione generale di oggi - ANSA
Ieri intanto la sesta Congregazione generale dei cardinali (cui hanno preso parte 183 porporati, 124 dei quali elettori) ha continuato a preparare il Conclave anche sei suoi aspetti logistici. Stabilito, oltre all’orario di inizio, anche quello della Messa per l’elezione del Papa, che si terrà nella mattinata dello stesso giorno, il 7 maggio, con inizio alle 10 e sarà presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio. La lingua ufficiale al Conclave sarà l’italiano ma per le Congregazioni dei cardinali «ci saranno gli interpreti».
Le novità sono state comunicate al termine della Congregazione di ieri dal portavoce vaticano, Matteo Bruni. Il quale ha anche aggiunto che due cardinali elettori non prenderanno parte al Conclave per motivi di salute. Il numero degli elettori scende così a 133. Bruni non ha fatto i nomi degli assenti, ma uno è il cardinale di Valencia Antonio Canizares Llovera, mentre per il secondo non vi è certezza, dal momento che il cardinale Vinko Puljic avrebbe avuto il via libera dei medici. Quanto ai contenuti, in una ventina di interventi sono stati affrontati temi come la visione del futuro della Chiesa e del mondo, il bisogno di evangelizzazione, l’impegno per la pace, il relativismo, la solitudine. Qualche accenno anche alle questioni economiche che erano state uno dei temi centrali nel pre-Conclave del 2013. A Bruni è stato anche chiesto dove andrà ad abitare il prossimo Papa. «Non ho la palla di vetro», è stata la sua risposta.
Secondo il cardinale Louis Raphael Sako (Baghdad), «sarà un Conclave breve, di due-tre giorni. C’è un'atmosfera molto fraterna e uno spirito di responsabilità», ha detto parlando con i giornalisti. Il cardinale Camillo Ruini, presidente emerito della Cei, scrive invece: «Confido in una Chiesa buona e caritatevole, dottrinalmente sicura, governata a norma del diritto, al suo interno profondamente unita».

Il cardinale Angelo Becciu - Represented by ZUMA Press, Inc. / ipa-agency.net
Infine i cardinali hanno inviato un messaggio al mondo per ringraziare della partecipazione e del sostegno ricevuto. Il messaggio è stato reso pubblico ieri mattina e si rivolge in particolare ai capi delle Chiese e delle comunità ecclesiali non cattoliche che sono stati presenti o hanno inviato loro delegazioni ai funerali di papa Francesco; a tutte le delegazioni civili che hanno partecipato, e a quanti le hanno guidate: sovrani, principi, capi di Stato e di Governo, ministri e altre autorità governative; alle autorità italiane, alla Città di Roma, al servizio d’ordine, la Protezione Civile, i mezzi di comunicazione e i lavoratori, inclusi i dipendenti della Santa Sede e della Città del Vaticano. Infine, si legge nel testo, «un grato pensiero va alle migliaia di adolescenti e di ragazzi che hanno partecipato al Giubileo di domenica 27 aprile, dimostrando il volto di una Chiesa viva e a tutto il popolo di Dio che cammina con speranza verso il futuro».
Ieri sono continuati i novendiali, giunti al quarto giorno. La Messa in suffragio del Papa è stata presieduta nella Basilica di San Pietro dall’arciprete cardinale Mauro Gambetti. Il quale ha ricordato le parole di Francesco nel colloquio con i Gesuiti a Lisbona nel 2023: «Tutti, tutti, tutti sono chiamati a vivere nella Chiesa: non dimenticatelo mai». Commentando poi la pagina evangelica del giudizio universale, ha notato: «Le pecore, che non si ribellano, sono fedeli, miti, hanno cura degli agnellini e delle più deboli del gregge, entrano nel regno preparato per loro fin dalla creazione del mondo; i capri, che vogliono l'indipendenza, sfidano con le corna il pastore e gli altri animali, saltano sopra le altre capre in segno di dominio, davanti a un pericolo pensano a sé e non al resto del gregge, sono destinati al fuoco eterno. È naturale chiedersi: a livello personale e istituzionale quale dei due stili incarniamo?».
Infine ieri è stato deciso, che viste le circostanze, chi partecipa al Giubileo dei Lavoratori farà solo il pellegrinaggio e l’attraversamento delle Porte Sante.