venerdì 20 novembre 2015
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Caro direttore,
pensando ai tragici eventi di questi giorni, oltre al pensiero che bisogna estirpare il cancro del Daesh con tutte le metastasi delle cellule dormienti sparse per il mondo, me ne è sorto un altro che può apparire strano. I fondamentalisti che nel loro fanatismo pur di uccidere gli infedeli si fanno saltare in aria, e quelli che hanno ucciso decine di persone al grido di “Allah akbar” finiscono forse all’inferno? Credo di no! Credo che Dio nella sua infinita misericordia accolga insieme vittime e carnefici aprendo a questi ultimi gli occhi sul loro gravissimo errore facendoli vivere tutti insieme nell’eternità in una pace piena di amore reciproco ritrovato. Credo che dobbiamo essere certi, come dice papa Francesco, che la misericordia di Dio è infinita e sola può cambiare i cuori e trasformare il male e l’odio in amore e bene, e pregare perché ciò avvenga. Se non fosse così, quale speranza avremmo di superare il male che vediamo tutti i giorni e continuare a vivere cercando la pace dei cuori e una serena convivenza? Con la stima di sempre la saluta un vecchio nonno di cinque nipoti.
Carlo Maria Pagliari
 
Che cosa posso dirle, caro e gentile amico? Il modo con cui lei comunica la sua speranza e la sua totale fiducia nell’infinita misericordia del Padre per «vittime e carnefici» mi sembrano un raggio di sole in questi giorni cupi in cui nel nostro spicchio di mondo tantissimi sperimentano un po’ del grande dolore che piaga un’umanità senza pace. Per il resto so immaginare il giudizio degli uomini, ma non mi azzardo a fare altrettanto con il giudizio di Dio. Da una vita ormai mi aggrappo, letteralmente, semplicemente, alla bellissima sintesi che san Giovanni della Croce fa dell’attesa cristiana del momento supremo: «Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore».
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