mercoledì 11 maggio 2016
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Più spericolati delle rock star. Più creativi degli artisti. Più coraggiosi degli atleti di sport estremi. Ma anche umili al punto da dimenticare se stessi. Così amanti della vita da spenderla per gli altri. Talmente liberi da accettare anche luoghi sconosciuti per annunciare la Buona Notizia. È una vocazione affascinante, per certi versi irresistibile quella che, nelle parole del Papa, caratterizza i missionari. Ognuno diverso dagli altri ma uniti da un dato comune, la «docilità alla voce dello Spirito» che per così dire «costringe» a prendere la propria esistenza e offrirla a Cristo. Di più, a «bruciarla» per Lui. Un’immagine, quella del fuoco, che mentre evoca la Pentecoste, richiama la radicalità delle scelte di fondo, il rifiuto delle mezze misure, la bellezza di consegnarsi totalmente a chi ci è Padre. «Il missionario – ha sottolineato ieri Francesco nell’omelia della Messa in Santa Marta – va senza sapere cosa lo aspetta». Ma il suo andare non evoca incoscienza o temerarietà, è sinonimo di fiducia piena, è fame di eternità, è consapevolezza che esiste qualcosa che ci supera, in amore e bellezza. Più importante dei titoli, del successo, del conto in banca, del sorriso degli specchi. Per questo i primi destinatari delle parole del Papa non possono che essere i giovani, chiamati a «bruciare » la vita con il loro entusiasmo. Ad andare, con la forza del fuoco che hanno dentro, oltre il consumismo e il narcisismo, in una parola oltre l’effimero. Una volta di più, come già nei messaggi delle Gmg, come in decine di incontri avuti con gli adulti di domani, Francesco chiama i ragazzi e le ragazze ad andare controcorrente, a non essere schiavi della comodità, della bella vita, dei vizi. Ad avere un cuore libero, come chi si spende fino in fondo per gli altri, come i missionari. Che sono al tempo stesso benefattori e beneficiati. Perché l’annuncio del Vangelo prima di essere un bisogno per coloro che non lo conoscono, è una necessità per chi ama Gesù. È scuola di comunione, è educazione alla gioia, è testimonianza della carità divina. È vita che brucia sotto l’azione dello Spirito, che diventa strumento della misericordia di Dio, della sua tenerezza, del suo amore, soprattutto per i poveri, gli ultimi, i dimenticati.
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