Un'altra narrazione per battere il virus? Forse, ma certo più scelte coerenti
mercoledì 4 novembre 2020

Gentile direttore,

ho trovato molto interessante l’intervista di Lucia Bellaspiga alla professoressa Antonella Viola pubblicata sabato 31 ottobre. Da semplice cittadina a me pare che la scienziata abbia colto nel segno quando consiglia un cambio di narrazione: «Dobbiamo dire alle persone a rischio: proteggetevi da soli, perché la maggior parte dei contagi avviene in famiglia». Prosegue facendo notare come le mascherine, fondamentali per proteggersi vicendevolmente, non si portano certo in casa né a cene tra amici, sottovalutando il rischio. A marzo la narrazione, per far accettare ai cittadini le pesanti restrizioni, aveva puntato molto sulle testimonianze dirette di medici e infermieri che denunciavano la situazione di sovraffollamento, di stress, di scelte dolorose su chi curare prima, ecc. Insistere su questo ora non fa altro che alimentare la rabbia perché se era in parte giustificata la mancanza di mezzi e organizzazione a marzo–aprile, non lo può essere ora. Ora serve quel cambio di narrazione che auspica la professoressa Viola e servono scelte politiche coerenti.

Maria Elena Cavicchi

A mio avviso, per quel che vale, sono due i pedali su cui pigiare per pedalare fuori da una crisi pandemica: la cautela anche e forse soprattutto in famiglia, quando ci sentiamo più al sicuro e l’effettivo annullamento dei contatti senza l’adozione di misure di prevenzione e il drastico diradamento dei contatti indispensabili e dunque ineliminabili (come quelli per gli acquisti essenziali). Serve un’altra narrazione della pandemia per questo? Forse, e infatti “Avvenire” già si sforza di farla. Ma soprattutto, come lei conclude, servono scelte coerenti e non solo da parte dei politici nazionali e locali, ma di ognuno di noi. E la prima coerenza richiesta è quella evocata dall’avverbio che nella sua lettera accompagna il verbo “proteggersi”, ovvero vicendevolmente. Nessuno può fare al posto nostro ciò che ci spetta per difendere anche gli altri, e se non difendiamo gli altri, non difendiamo neppure noi stessi. È una verità elementare che bisogna decidersi a capire tutti. Qualcuno – in alto e in basso – fa ancora fatica, e purtroppo il risultato si vede.

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