martedì 25 gennaio 2011
COMMENTA E CONDIVIDI
Il mondo digitale non ha quasi confini ma, tutto sommato, ancora pochi anni alle spalle e, quindi, tante aree ancora da esplorare. Se è Papa Benedetto a portarti per mano alla scoperta degli angoli più suggestivi si può esser certi di un viaggio ad alta quota e ricco di sorprese a ogni passo. A far da bussola, uno strumento ormai collaudato, il Messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, al 45° appuntamento dall’immediato dopo-Concilio; a segnare la rotta, un tema – «Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale» – con la duplice funzione di indicare e, allo stesso tempo, aprire le molte strade da percorrere. C’è come una delicata preoccupazione a guidare, preliminarmente, un’esplorazione a tutto campo, che lascia emergere la bellezza della visione complessiva senza mai lasciare in ombra le suggestioni di scorci parziali. Complessivamente, il messaggio porta in primo piano una condizione nuova dell’umanità rispetto al mondo digitale: quella di chi mostra di aver bisogno di un ambientamento, di una sorta di assestamento in una realtà che continua a presentare caratteri inediti e che, quindi, va non soltanto adoperata e conosciuta sotto il profilo tecnologico ma, in senso più lato, assunta al valore di una dimensione culturale nuova. La straordinaria velocità di sviluppo delle nuove tecnologie rende ormai inattuale ogni ulteriore esclamazione di meraviglia: niente più sembra fuori portata al gesto sempre più familiare di un semplice «clic». Lo sanno bene i «nativi digitali», per i quali c’è già il problema di un vocabolario che comincia a espellere termini desueti: stiamo infatti per arrivare, nell’espansione degli ambienti wireless, al «c’era una volta il mouse».Ma il fascino del viaggio al quale ci accompagna Papa Benedetto è qui – nel pieno riconoscimento di questo mondo che avanza – ma più profondamente altrove, ai confini in cui l’ammirazione per i mezzi cambia registro e affronta la questione di senso. Papa Benedetto ci porta così alla scoperta, passo dopo passo, di quel complesso di valori necessari all’era digitale perché trovi il suo pieno insediamento nei tempi, e anzi dia ai tempi il segno nuovo della propria presenza. Verità, annuncio e autenticità di vita, appaiono così nel Messaggio del Papa, non solo le vie, ma ciò che può dare sostanza anche a un mondo virtuale che pone esigenze anche maggiori, visto che la più facile possibilità di comunicare in proprio, senza quasi mediazioni, contribuisce a far alzare contemporaneamente il livello delle questioni in campo: la sfida dell’autenticità e della coerenza personale, viene a trovarsi di fonte a ciò che non è più soltanto uno «scambio di dati», bensì a una forma ben più esigente di condivisione, fondata sul «dialogo, sulla solidarietà e sulla creazione di relazioni positive». È in questo suo nucleo essenziale che il mondo digitale porta allo scoperto anche i rischi, e particolarmente quelli di una «costruzione artificiale della propria immagine», dell’«indulgenza all’autocompiacimento» fino all’«eccessiva esposizione» a una realtà virtuale che può provocare situazioni di disorientamento in quello reale. Senza il contatto personale e diretto c’è bisogno, in sostanza, di risorse ancora maggiori per mettere realmente a fuoco l’immagine del «mio prossimo» e per esercitare, in questo mondo nuovo, quello «stile di presenza cristiana» che consente un’adeguata maturità anche di fronte alla comunicazione del Vangelo: ai cristiani non è semplicemente richiesta una presenza, quasi si trattasse, anche in questo campo, di timbrare il cartellino, e neppure di esercitare il loro impegno attraverso una massiva immissione, nel web, di temi religiosi. Il dato fondamentale resta quello di un suo annuncio integrale, senza annacquamenti, assecondato da una coerente testimonianza personale che porta, per esempio, a dare il (relativo) peso che merita a un fenomeno di immediato riscontro nel mondo digitale, qual è quello della «popolarità». Al web viene riconosciuto il fatto, in sé straordinario, di contribuire allo sviluppo di «nuove e più complesse forme di coscienza intellettuale e spirituale, di consapevolezza condivisa». In sostanza, tutto ciò che serve e vale nel mondo naturale, ha un valore e un senso, talvolta anche maggiore, in quello digitale.Siamo di fronte più che a un messaggio, a una «carta dei valori» che, dall’intreccio dei percorsi digitali, arriva a spingersi in quei territori dell’anima, chiamati a modellare e a dare forma compiuta al nuovo mondo: la tecnologia è la sua linfa vitale, ma anche il web ha bisogno di un cuore caldo.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: