martedì 27 novembre 2012
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Tre giorni fa a Torino, in Borgo Vittoria, l’umanità ha registrato una semplice e importante vittoria. Un uomo disabile, avendo visto un giovane che forzava la vetrina di un negozio di scarpe, senza esitare gli si è lanciato contro con la sua sedia a rotelle, sventando il colpo e causando l’arresto del ladro. La cronaca – in genere, e soprattutto di questi tempi – potrebbe essere più generosa di episodi simili, semplicemente euforizzanti.
Prima vittoria: un uomo portatore di un grave handicap manifesta un coraggio da leone, che non so chi di noi avrebbe (anche se non escludo affatto che lo potremmo avere), dato che i rapinatori sono spesso armati. Una cosa è difendere la propria vita, un’altra un negozio. Di un altro, uno sconosciuto.
Questa è la seconda vittoria, l’altruismo. Se ogni persona intelligente deve mettere in conto l’eventuale, comprensibile, direi condivisibile piccolo egocentrismo di un disabile, che non ha avuto quello che tutti hanno, che è in credito con la vita, che deve lottare più degli altri, è meraviglioso constatare come un portatore di handicap, un uomo che non può camminare, si conceda la generosità di un cavaliere medievale o di un moschettiere, lanciandosi a difendere non la propria casa, ma la bottega altrui. Coraggio disinteressato.
Evidentemente l’handicap, che può creare rancore, o pessimismo – e ripeto che ritengo ciò semplicemente umano – può anche determinare un senso di sufficienza cripticamente evangelico: chi ha meno può con naturalezza dare di più, chi è deprivato sa donare con opulenza. Siamo in un’età di crisi, spesso ben accolta quando non desiderata, pigramente, dove molti uomini rifiutano di assumersi responsabilità attribuendo la loro indecisione alla nevrosi, a una vaga insoddisfazione sociale e familiare o professionale, alla mancanza di certezze, felicità... A quell’uomo manca la locomozione, l’uso delle gambe.
Terza vittoria in Borgo Vittoria: l’intelligenza umana, lo spirito di Leonardo da Vinci, che si manifesta anche in uomini comuni e addirittura in gravi difficoltà, confermando quanto sia importante l’uso di un cervello ben oliato. E divertente. Perché sono convinto che il nostro coraggioso pilota di sedia a rotelle si sia anche divertito, l’idea è giovanile, ridente: effetto sorpresa. Nessuno si aspetta di vedersi investire da una sedia a rotelle, non è preparato a questo tipo di assalto. Una specie di rapido cocchio da guerra incruenta, uno strumento atto a fermare un uomo, abbatterlo magari al suolo, certo non ucciderlo o ferirlo.
Quarta vittoria in Borgo Vittoria: intervistato al tg, l’uomo (un bell’uomo, calmo e distinto) ha ammesso di avere agito d’impulso, e dichiarato di non sapere se a mente fredda lo avrebbe rifatto… Il ladro poteva essere armato… Affermazione tipica da coraggioso, understatement. Quando il vanitoso si autocelebrerebbe. Ultima considerazione: quest’uomo tranquillo e distinto ha aggiunto che se davvero il suo gesto fosse ritenuto meritevole di un riconoscimento, bene, accetterebbe volentieri che gli proponessero un lavoro. Non una medaglia, un’onorificenza, un vitalizio. Un lavoro. Per fare come gli altri, come tutti noi, che ci alziamo al mattino, ci mettiamo al lavoro, e nel frattempo sventiamo qualche rapina.​
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