mercoledì 4 maggio 2022
L’assalto finale a Mariupol nasconde lo stallo strategico di Mosca, che nega l’annuncio dell'offensiva totale, ma subisce indiscrezioni circa una operazione a Putin e un piano per il colpo di stato
Guerra, giorno 70: voci e misteri sul Cremlino, tra malattie e tentati golpe
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Il settantesimo giorno di guerra segna la decima settimana di combattimenti a partire dal 24 febbraio. Le forze russe continuano a martellare gli snodi ferroviari nel tentativo di fermare l’arrivo dei rifornimenti militari dall’Occidente. Missili piovono su diverse zone dell’Ucraina, non risparmiando l’Ovest e le aree di confine con gli altri Paesi europei. Ma gli sforzi di Mosca non sembrano essere sufficientemente efficaci, se è vero che carichi di armi britanniche sono giunti da poco e altri arsenali consegnati nel Donbass hanno permesso contrattacchi efficaci nella regione di Kharkiv.

A Mariupol, intanto, si consuma forse l’ultimo, tragico atto dell’assedio allo stabilimento Azovstal, dove i bombardamenti avrebbero fiaccato la resistenza dell’ultimo nucleo di combattenti e permesso ai soldati russi di entrare nel dedalo dell’acciaieria per una caccia all’uomo che coinvolgerà anche i civili rimasti intrappolati. Si vedrà meglio nelle prossime ore: Mosca infatti ha proclamato una tregua da giovedì a sabato ufficialmente per evacuare i civili rimasti con "corridoi umanitari".

Ma strage potrebbe sommarsi a strage, perché l’agenzia Ap è riuscita a completare una ricostruzione attendibile dell’attacco aereo al teatro di Mariupol, il 16 marzo scorso. Il bilancio è agghiacciante: 600 delle mille persone rifugiate nell’edificio, che era contrassegnato all’esterno da una grande scritta “bambini”, visibile dal cielo, sarebbero rimaste uccise dal raid dell’aviazione di Mosca. Il rapporto dei giornalisti americani è basato sul racconto di testimoni e sopravvissuti, come sull’analisi di foto e planimetrie.

Nel sostanziale stallo strategico, mentre la Ue cerca di mettere a punto il nuovo pacchetto di sanzioni che dovrebbe comprendere anche il petrolio, il Cremlino è al centro non solo delle decisioni sul conflitto ma anche di una ridda di voci che si sono accavallate in queste ore. Ufficiale è la smentita, non netta né chiara, di una dichiarazione di guerra totale che era attesa per il prossimo 9 maggio, giorno della commemorazione della vittoria sui nazisti nella Seconda guerra mondiale. Altrettanto ufficiale e vaga è la conferma che contatti con il Vaticano sarebbe intercorsi, ma senza che l’ipotesi di una visita del Papa a Mosca potesse concretizzarsi. A fianco di queste mezze verità cui gli apparati di Mosca ci hanno abituato, sono state rilanciate da fonti anonime le indiscrezioni sulla salute precaria di Vladimir Putin.

Secondo un video diffuso dal misterioso canale Telegram "General SVR", ripreso da molte testate internazionali, il presidente russo è pronto a sottoporsi a un intervento chirurgico per un cancro, che lo costringerà a cedere per qualche giorno tutti i poteri Nikolai Patrushev. Quest’ultimo dal 2008 è segretario del Consiglio di sicurezza della Russia, un organo consultivo del presidente, nonché amico e confidente personale di Putin. Il canale "General SVR" è ritenuto essere gestito da un ex generale dei servizi segreti esteri, noto con lo pseudonimo di Viktor Mikhailovich.

Il video segue la segnalazione del sito investigativo russo The Project, secondo il quale un oncologo ha visitato lo Zar 35 volte negli ultimi anni. Si era parlato di un problema alla tiroide e ora anche all’addome. Si sa che il presidente è molto sensibile non solo al suo stato di salute, ma anche all’immagine che trasmette all’esterno. Ha sempre amato farsi riprendere in pose da uomo forte, a cavallo, a torso nudo o sul tatami come judoka.

"Patrushev è un vero cattivo. Non è migliore di Putin. Inoltre, è una persona più astuta e direi più insidiosa. Se va al potere, i problemi dei russi non faranno che moltiplicarsi", dice la voce narrante su Telegram. “Viktor Mikhailovich” ha poi minacciosamente lasciato intendere che lui e i suoi alleati "faranno certi sforzi perché questo non accada, e spero che avremo successo". E a Mosca, infatti, secondo altre notizie tutte da verificare, un certo numero di ex generali e funzionari del KGB si starebbe preparando a rovesciare il presidente e a mettere fine alla guerra in Ucraina, sempre più vista in Russia come un errore strategico e un disastro economico.

L’articolo in questione, apparso su un giornale inglese online di non eccelsa reputazione è comunque subito rimbalzato diffusamente sulla Rete anche grazie ad analisti autorevoli, sostiene che alcuni alti ufficiali del servizio di sicurezza Fsb siano frustrati per la mancanza di progressi militari in Ucraina così come alcuni generali ed ex comandanti dell'esercito. L'idea di un colpo di stato sarebbe ulteriormente rafforzata dall'attività sui social media in tutta la Russia e l'Europa orientale. In realtà, potrebbe trattarsi soprattutto di una speranza e di voci diffuse ad arte per seminare incertezza o verificare eventuali reazioni degli apparati di intelligence.

Di certo, il presidente ha compiuto epurazioni dopo i primi rovesci sul campo di battaglia. Questo però non può bastare per coalizzare un fronte capace di concepire e, soprattutto, realizzare un golpe contro il granitico potere di Putin e della sua cerchia. Soltanto se la guerra prenderà una piega ancore più negativa per la Russia, qualcosa potrebbe accadere anche al Cremlino.

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