sabato 29 ottobre 2022
Droni di Kiev, che deve razionare il gas, sulle navi russe all'ancora: pochi danni. Mosca sospende l'accordo sull'export di cereali e ne fa un'arma diplomatica. Colpiti i Paesi che rischiano la fame
Guerra giorno 248: l'attacco in Crimea e il nuovo ricatto di Putin sul grano
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La guerra in Ucraina è arrivata al giorno 248 e come è accaduto in altri sabati recenti ha visto un attacco massiccio delle forze di Kiev all’occupante russo in Crimea. Questa volta è toccato alle navi militari all’ancora nella base di Sebastopoli, prese di mira dai droni. L’azione ha avuto come risposta di Mosca la sospensione della partecipazione all'accordo sul grano a tempo indeterminato, dato che secondo il Cremlino un bersaglio erano anche i mezzi che si occupano di garantire la sicurezza del corridoio per il trasporto di derrate agricole. Sabato 8 ottobre era stato danneggiato con l’esplosivo, in una dinamica non ancora del tutto chiarita, il ponte Kerch, unica via di collegamento diretta tra la Crimea e la regione russa di Krasnodar. A seguito del sabotaggio era scattato il lunedì successivo uno dei più pesanti raid missilistici su obiettivi civili nelle città ucraine.

A Sebastopoli, principale città della penisola occupata e annessa da Mosca nel 2014, è entrato in azione uno sciame di almeno nove droni dal cielo e sette droni marini (piccolissime imbarcazioni senza equipaggio). Si tratta dell’operazione più articolata da febbraio condotta da Kiev, secondo il governatore locale Mikhail Razvozhaev. Tutti i mezzi sarebbero però stati distrutti dalle batterie missilistiche russe. Una nave (la dragamine “Golubets”) sarebbe stata colpita (forse dagli stessi razzi della contraerea). Quattro, compresa la fregata “Admiral Makarov”, secondo una ricostruzione fornita invece da fonti non ufficiali ucraine. La flotta russa del Mar Nero è stata precedentemente presa di mira nell'aprile di quest'anno, quando la nave ammiraglia, l'incrociatore “Moskva”, venne affondata, infliggendo un duro colpo sia simbolico sia militare.

Senza fornire prove, la Russia ha accusato le truppe britanniche di essere complici dell'attacco e di volere portare il caso all’Onu. Ha inoltre affermato che la stessa unità di Londra è stata "coinvolta nella pianificazione, nell'organizzazione e nell'attuazione dell'attacco terroristico nel Mar Baltico il 26 settembre per far saltare i gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2". Circostanza decisamente negata dal governo inglese. Negli ultimi giorni, come riferisce la Bbc, Mosca è stata impegnata in quella che i funzionari statunitensi e ucraini descrivono come una campagna di disinformazione, con affermazioni prive di fondamento secondo cui Kiev si starebbe preparando a usare una bomba sporca radioattiva, o addirittura zanzare come vettori di una guerra biologica.

La reazione di Putin, con una ritorsione sull’intesa per l’export di grano verso i Paesi più bisognosi di rifornimenti alimentari, rischia di riacutizzare la crisi alimentare che si stava cercando di limitare e di fare risalire i prezzi. L’intesa, mediata dalle Nazioni Unite e dalla Turchia il 22 luglio scorso, ha permesso all'Ucraina di riprendere le spedizioni di cereali dal Mar Nero. Le partenze erano infatti state bloccate quando la Russia aveva invaso il Paese. Mosca lamenta che le sue esportazioni siano ancora ostacolate e in precedenza aveva fatto sapere che non avrebbe rinnovato l'accordo in scadenza a metà di novembre. Tuttavia, Kiev aveva già accusato la Russia di ritardare deliberatamente il passaggio delle navi, creando una coda di oltre 170 mercantili.

Indiscrezioni di qualche giorno fa avevano già riferito della volontà del capo del Cremlino di usare proprio la sua partecipazione all’accordo sul grano come arma per diventare protagonista al prossimo vertice del G20 a Bali e usarla come perno della sua strategia diplomatica. L’annuncio della disdetta dell’intesa, un gesto che colpisce più Paesi estranei al conflitto che l’Ucraina, potrebbe essere letto come il preludio di quella strategia. Peraltro, si vedrà nei prossimi giorni se Mosca metterà in atto davvero azioni per bloccare le navi cariche di alimenti. Secondo il governo Zelensky, si tratta di un puro prestesto “ per bloccare il corridoio del grano che garantisce la sicurezza alimentare di milioni di persone”. L’Onu ha subito chiesto che le spedizioni possa proseguire.

Sul terreno intanto si segnala un’ulteriore avanzata di Kiev nel Lugansk, dove avrebbe preso il controllo una strategica autostrada che collega le città di Svatove e Kreminna. Se fosse confermato, significherebbe che la Russia non può più accedere all'Oblast di Lugansk da Nord. Ma a fare da contraltare ai successi (ridotti in questa fase) sul terreno, vi sono le progressive difficoltà sul fronte delle infrastrutture. È di queste ore il razionamento del gas nella regione di Kiev, altro segnale preoccupante in uno scenario di continui bombardamenti russi che stanno mettendo a dura prova la resistenza della rete energetica della nazione aggredita.

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