martedì 26 ottobre 2010
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Ormai da qualche lustro, dai politici ci aspettiamo inutilmente molto più del (poco) che otteniamo da loro sul piano delle idee e dei fatti. Ma non rinunciamo a sperare in una politica che non continui solo a dire cose che (magari) non andrebbero dette, e si dedichi piuttosto a progettare sul serio ciò che va progettato e a fare una buona volta quel che va fatto. Per esempio, dando concreto e adeguato seguito ai princìpi e agli impegni contenuti negli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione (sul sostegno alla famiglia basata sul matrimonio e sull’educazione dei figli). O prestando un’attenzione non ideologica e non evasiva al gran tema dell’educazione, in risposta all’impegno-appello che la Chiesa italiana ha lanciato ad agenzie culturali e formative, alle forze vive della società e, appunto, al mondo della politica.Ci toccano, invece, più chiacchiere in libertà che fatti. E un clamoroso episodio di vaniloquio abbiamo purtroppo visto domenica, sulle pagine del Corriere della Sera, in un’intervista a un Walter Veltroni in vena di cosmiche critiche. L’ex leader dei Ds e del Pd ha infatti ritenuto di poter pontificare – a partire dalla solita favola delle presunte indulgenze ecclesiastiche per i più potenti – anche a proposito della Chiesa cattolica mettendola nel mazzo di coloro che penserebbero ai grandi «valori» come «roba buona per i poeti e i visionari». Sembra incredibile, eppure è proprio così: uno sproposito, un capovolgimento totale della realtà. Se questa è la lucidità – e il grado d’informazione – di un politico di primo piano della maggiore forza di opposizione, stiamo freschi…
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