Sostenibilità integrale e «impact»: il binomio per la ripartenza
mercoledì 20 ottobre 2021

Caro direttore, se ce ne fosse ancora bisogno, la pandemia da Covid 19 chiarisce un orizzonte: il mondo globalizzato è indissolubilmente interconnesso e il suo modello di sviluppo, portato alle estreme conseguenze, sta mettendo a rischio la sopravvivenza stessa della specie. Il rapporto tra diffusione del virus, inquinamento e cambiamenti climatici non è l’unico punto.

Quando la crisi sanitaria si è trasformata in crisi sociale ed economica, la rapida diffusione di 'disuguaglianze da Covid' e nuove povertà ha rimesso al centro la grande questione della giustizia sociale (nel nostro Paese almeno un milione di nuovi poveri da pandemia) come stella polare di ogni democrazia sostanziale. La pandemia ha smascherato le nostre contraddizioni. Ha colpito per primi i lavoratori poveri, precari, alla periferia del sistema delle tutele. Ha ulteriormente bloccato l’autonomia delle giovani generazioni e messo alla prova i sistemi familiari, soprattutto le donne. Ha aumentato la fragilità sociale degli anziani. Ha moltiplicato le povertà educative.

Ci ha costretti a fermare il treno in corsa, energivoro e socialmente ingiusto, per ripensare una nuova economia e una nuova finanza, integrando alle dimensioni classiche di rischio e rendimento la terza dimensione dell’impatto. Senza stabilità – climatica, sociale, politica e geopolitica – i sistemi economici saltano per aria. Con conseguenze drammatiche da stagnazione economica: tassi di disoccupazione più alti, maggiore 'mortalità imprenditoriale', blocco della mobilità sociale. Fortunatamente la campagna vaccinale e la politica del governo Draghi sul Green pass stanno consentendo al Paese di traguardare una prima vera ripartenza. Ma non possiamo ripartire senza cambiare davvero modello, combinando sistematicamente utile e utilità sociale e ambientale.

Per questo anche nel nostro Paese, da anni, con l’esperienza di «Social Impact Agenda per l’Italia», proviamo a costruire insieme a imprese, banche, fondazioni bancarie, imprese sociali e cooperative, fondi innovativi, attori del settore previdenza e assicurazioni e con il supporto di Cassa depositi e prestiti, un network di attori interessati a sviluppare progettualità e innovazione sociale. Attraverso la diffusione e la progettazione di strumenti come gli Outcome Fundse i Social Impact Bonds – sempre più diffusi nel resto del mondo – disegnati attorno a obiettivi di innovazione sociale e ambientale. È possibile oggi costruire una triangolazione virtuosa tra pubblico-privato e privato sociale. I terreni sperimentali sono molti: inclusione sociolavorativa, contrasto alla disoccupazione femminile e giovanile e alle povertà educative, integrazione dei rifugiati etc. La finanza a impatto ha il grande merito di mettere a sistema uno schema collaborativo tra pubblico, privato e privato sociale che potrebbe anche essere alla base delle politiche legate al Pnrr e, più in generale, al Next Generation Eu.

Sul Pnrr, sono queste le settimane in cui il governo deve prendere le decisioni cruciali. E proprio per questo, insieme alla rete di Social Impact Agenda, abbiamo presentato al premier Draghi dieci raccomandazioni affinché, anche in Italia, si diffonda l’impact investing. Tra queste, chiediamo una cosa semplice e concretissima, in linea con gli indirizzi europei: sottoporre tutti i progetti del Pnrr a valutazione d’impatto sociale e ambientale e ingegnerizzare con la leva delle risorse pubbliche virtuose convergenze. Ci avviciniamo anche al summit finale del G20, dopo mesi di presidenza italiana. E quella del 30 e del 31 ottobre è un’occasione decisiva perché l’Italia si qualifichi come Paese-leader nella sfida della impact economy.

Sul tema specifico del rapporto tra finanza impact e infrastrutture, in particolare, abbiamo lavorato fattivamente insieme a Emma Marcegaglia e Confindustria nel gruppo del B20, il 'forum business' del G20. La direzione per un cambio di rotta è stata tracciata e sintetizzata in un documento finale che individua nella finanza a impatto uno strumento chiave di innovazione e una strada irrinunciabile per avviare una vera ricostruzione basata su quella che nell’ultima edizione delle bellissime Giornate di Bertinoro è stata definita «sostenibilità integrale». Sta ora al governo non lasciare queste raccomandazioni e questi documenti nel cassetto, e renderli, piuttosto, strumento di precisione per disegnare anche in Italia una stagione realmente trasformativa e innovativa.

Presidente Social Impact Agenda per l’Italia

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