sabato 30 agosto 2014
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E adesso cari sindaci non avete più alibi. Da oggi la lotta all’azzardo che deturpa le nostre città, mette in ginocchio troppe famiglie, innesca fuorvianti fatalismi nel cuore delle persone meno avvertite e spalanca voragini nell’economia reale, può vedere davvero in prima linee le amministrazioni comunali. La sentenza del Consiglio di Stato, in cui a chiare lettere si assegna ai sindaci il potere di "esercitare il diritto di inibizione" sugli orari di sale slot e sale bingo, apre finalmente la strada a un nuovo atteggiamento giuridico nei confronti di una patologia sociale sempre più grave. I Comuni possono e devono intervenire con limitazioni, anche stringenti, nei confronti degli esercizi controllati - e spesso tiranneggiati con lusinghe e ricatti - dai signori delle slot machine. E lo devono fare non in nome di un accanimento "ideologico", ma nella convinzione fondata su dati statistici, sanitari e giuridici inoppugnabili, che ridurre al minimo l’"offerta" di azzardo, significa agire per il bene delle comunità loro affidate. D’ora in avanti, sulle decisioni dei sindaci non dovrebbe più incombere la spada di Damocle dei Tar regionali che, troppe volte in passato, sono intervenuti per annullare le ordinanze  decise a livello locale. Il provvedimento del Consiglio di Stato, che dovrà poi essere perfezionato in una sentenza successiva, ma appare fin d’ora inequivocabile nei suoi obiettivi, offre l’occasione per scelte modulate sull’unica esigenza davvero determinante: rendere meno opprimente il rischio di una dipendenza pericolosissima che costa allo Stato, soltanto in perdite secche per le casse pubbliche almeno 10 miliardi l’anno (molti di più di quelli che fa incassare). Senza contare i 69 milioni e 760mila ore di lavoro perse dai giocatori patologici, il 10% di separazioni in più determinate dal vizio del gioco, il 30% di esecuzioni immobiliari coattive in più causate dai "buchi" di chi sperpera tempo e risorse nella follia delle scommesse. Drammi personali e familiari che diventano autentiche ferite sociali e aprono, allo stesso tempo, spazi di illegalità in cui prosperano le mafie di tutte le provenienze, con la gestione diretta e fraudolenta di esercizi inseriti nel cosiddetto circuito legale, come attestato da sentenze giunte all’ultimo grado di giudizio. Allontanare o almeno attenuare questa piaga che offende e impoverisce tutti, da oggi sarà meno difficile. È una battaglia buona e urgente, cari sindaci. Noi cittadini, con le associazioni di buona volontà che già da tempo hanno deciso di scendere in campo, con i cittadini semplici e informati dello SlotMob, attendiamo il vostro segnale.
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