martedì 15 luglio 2014
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Non «pretendono» l’eutanasia, ma almeno «un serio dibattito» televisivo. Così l’associazione radicale "Luca Coscioni", e almeno sotto questo aspetto potremmo darle ragione: di serio negli ultimi anni abbiamo visto ben poco, sul tema eutanasia, con dibattiti senza contraddittorio, informazione a senso unico, trasmissioni a conduzione Fazio/Saviano in cui solo ammesso era Beppino Englaro, censura per le migliaia di cittadini che non chiedevano morte ma cure, non "suicidi assistiti" ma assistenza. «Nessun paziente, se gli togliamo il dolore, chiede mai di morire. Tutti vogliono solo non soffrire», ci dicono da sempre i medici della terapia del dolore: questo si chiama morire con dignità. La scorciatoia eutanasica – afferma Veronesi – è semplice. Costa anche poco: una puntura e via. Ben altro è ciò che accade in tutti gli ospedali, come ci spiegano da anni rianimatori ed oncologi: accanto al morente si resta fino all’ultimo. Dandogli cure proporzionate agli effetti, bandendo le due facce della stessa medaglia: accanimento e abbandono.
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