Red Land, custodire memoria e umanità e non far passare volgarità e pregiudizi
martedì 23 aprile 2019

Gentile direttore,

siamo i familiari di Norma Cossetto, la protagonista del film Red Land proiettato per gli studenti il giorno 15 aprile 2019 presso il cinema Ambasciatori di Trieste. Dopo l’increscioso volantinaggio effettuato da un docente, desideriamo esprimere tutto il nostro dolore e rammarico all’idea che si sia potuta fare dell’ironia sulla storia tragica vissuta dalla nostra famiglia, che racconta l’assassinio, lo stupro e le sevizie subite da nostra cugina Norma. È disumano e inammissibile trattare con sarcasmo certi temi, specie laddove ci sono state migliaia di vittime e migliaia di famiglie hanno pianto le loro perdite. Da genitori quali siamo, ci preoccupa molto il pensiero che i nostri figli possano incontrare insegnanti così ideologicamente acciecati. Si può liberamente criticare il film su alcuni aspetti storici o narrativi (non è un documentario!), tuttavia è verità indiscutibile il fatto che Norma era una bella e giovane laureanda di 23 anni, impegnata nell’insegnamento come supplente, figlia del podestà del paese (podestà, non assassino) imprigionata, torturata e violentata da un branco di partigiani titini per aver rifiutato di collaborare alla loro causa, non rinnegando la propria italianità fino alla morte. Noi siamo gli eredi e la voce di Licia, sorella di Norma, e di nostro padre Giuseppe Cossetto, cugino e coetaneo di Norma, con la quale ha trascorso la gioventù e la vita del paese; lui è stato testimone della sua prigionia a Parenzo e infine, al momento della riesumazione dei cadaveri dalla foiba, ha avuto il doloroso compito di recidere il filo di ferro legatole ai polsi. Può questa storia sembrare “Una c...ta pazzesca”, come scritto dal “docente” parafrasando addirittura Fantozzi? Ai dirigenti scolastici rimettiamo la decisione per i provvedimenti necessari, conseguenti a un vergognoso atto che nulla ha a che fare con la legittima libertà di opinione. Ancora una volta la ringraziamo per averci dato voce.

I cugini e le cugine di Norma Cossetto

Gentile direttore,

abbiamo appreso quanto accaduto il 15 aprile 2019 di fronte al cinema Ambasciatori di Trieste, dove era in programma la proiezione del film “Red Land-Rosso Istria”: una persona distribuiva un volantino con l’intento di sbeffeggiare volgarmente il film. Come è noto, questo narra le vicende della popolazione istriana subito dopo l’8 settembre 1943 e in particolare la storia di Norma Cossetto, studentessa seviziata e gettata ancora viva in una foiba, alla quale è stata conferita la medaglia d’oro al merito civile alla memoria l’8 gennaio 2006. Noi, “Comitato familiari delle Vittime giuliane, istriane, fiumane e dalmate”, esprimiamo il nostro sgomento: la cosa è particolarmente grave perché il pubblico, prevalentemente di studenti che si recavano al cinema nell’ambito di un’iniziativa educativa programmata dalle istituzioni scolastiche cittadine, ha riconosciuto nella persona che distribuiva i volantini uno degli insegnanti dell’Istituto Nautico di Trieste. Per questo motivo, attraverso il suo giornale ci rivolgiamo alla dirigente dell’Istituto, dottoressa Patrizia Pavati, per chiedere un intervento urgente e istituzionalmente rilevante nei confronti dell’insegnante individuato. Il fatto che la sua azione sia avvenuta in un contesto educativo rivolto a studenti ci fa capire con preoccupazione che tanta strada deve essere ancora compiuta sulla via della Memoria e della Riconciliazione che da questa dipende. La legge n. 92 del 30 marzo 2004 che ha istituito il Giorno del Ricordo tutela anche la memoria di Norma Cossetto, simbolo di tutti i martiri delle Foibe e quindi anche di tutte le vittime innocenti di ogni dittatura. Restiamo in attesa di conoscere le decisioni che verranno assunte per ristabilire la correttezza, che deve essere presidio dell’Istituzione scolastica stessa. La ringraziamo per l’attenzione e l’equilibrio che il suo giornale sempre riserva alle nostre vicende.

Flavia Maraston Presidente Comitato familiari delle Vittime giuliane, istriane, fiumane e dalmate


Care amiche e cari amici, in questo nostro bellissimo e strano Paese è sempre difficile capire quali “conseguenze” possano esserci per gli atti insensati e per le affermazioni odiose, soprattutto quando vengono da persone che hanno un piccolo o grande potere. E nonostante il fatto che l’ascendente che questi piccoli o grandi “potenti” esercitano irresponsabilmente su coloro ai quali si rivolgono abbia la concreta possibilità di influire sulla vita (e sul modo di vedere le cose) degli interlocutori, soprattutto se questi sono giovani. Vale per chi fa politica come per chi insegna. Vale per chi scrive sui giornali o parla alla radio e alla tv come per chi utilizza i nuovi canali di comunicazione digitale ma, magari, come nel caso che segnalate con ferita amarezza, non disdegna i vecchi volantinaggi. Beh, io mi auguro che stavolta non si faccia finta di nulla.

Abbiamo scritto molte volte delle vicende tragiche e delle innocenti sofferenze degli italiani della Venezia Giulia, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia alla fine e dopo la Seconda guerra mondiale a causa di comunisti titini. Senza mai ignorare le altrettanto innocenti sofferenze di sloveni, croati e serbi a causa di fascisti, nazisti e loro alleati balcanici. Chi non sa vedere e rispettare le vittime e riconoscere il male non solo non rende giustizia e onorata memoria agli innocenti, ma li perseguita e li massacra di nuovo. Bastano anche solo le parole, specie se sono di colme di pregiudizi e di volgari irrisioni.

Norma Cossetto, ventitreenne seviziata e uccisa nelle foibe, medaglia d’oro al merito civile, merita assieme ai suoi e alle sue sorelle e fratelli di sventura un ricordo pulito e limpido, sgombro di risentimento, di giustificazionismo e di odio e perciò coraggiosamente pacificatore. Chi non è capace di questo, soprattutto se insegna, è meglio che cambi mestiere. Anche qui, come su altri fronti dolenti della nostra contemporaneità, non si tratta di legittime opinioni, si tratta di memoria e di umanità. Che vanno custodite e rinnovate. Il film “Red Land–Rosso Istria” questo aiuta a fare. Vi siamo e vi restiamo accanto, care amiche e cari amici, assieme – ne sono certo – a tutta la “famiglia di Avvenire”.

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