Pregare per il Papa è imitare Cristo
martedì 29 giugno 2021

«Anche il Papa è un povero, il povero del Signore... E anche il Papa ha bisogno di figlioli che gli vogliano bene alla buona, l’unica maniera per voler bene veramente, che gli obbediscano in piedi e che in piedi gli diano mano a portare la grossa croce che ha sul cuore e sulle spalle». Così don Primo Mazzolari nel 1942 esprimeva la sua adesione al Papa e quindi alla Chiesa, e così chiedeva semplici orazioni perché una rete di preghiere circondasse la barca di Pietro. Nell’Angelus di domenica, alla vigilia della festività odierna dei santi Pietro e Paolo, Francesco ha chiesto 'alla buona' le preghiere per se stesso come Successore di Pietro: «Vi chiedo di pregare per il Papa. Pregate in modo speciale: il Papa ha bisogno delle vostre preghiere! Grazie. So che lo farete». Non è la prima volta che Francesco le chiede per sé. Lo faceva anche da prete, da vescovo, da cardinale. Un tratto personale che certamente lo ha connotato. Ma che ha connotato anche il suo magistero, perché come il Pescatore di Galilea è memore di essere a ogni passo del suo ministero bisognoso della misericordia di Dio. Del resto, la sera stessa della sua elezione compiendo il gesto di chinarsi dalla loggia di San Pietro verso il popolo per riceverne la benedizione, Francesco disse che essere «Servus servorum Dei » significa mostrare come anche Pietro, il peccatore perdonato, al pari di tutti i battezzati è bisognoso della misericordia di Dio. Un gesto che prefigurava come la misericordia – cardine della Chiesa, che esiste solo come strumento per comunicare agli uomini il disegno misericordioso di Dio – venisse posta al centro del suo ministero, affinché la Chiesa, in continuità con il Concilio, sentisse la responsabilità di essere nel mondo come segno vivo dell’amore del Padre.

Spesso il primo Papa di nome Francesco anche prima di essere scelto Successore di Pietro nei suoi incontri pubblici come in quelli privati terminava spesso dicendo «ti chiedo di pregare per me». Ma la preghiera per il Papa riposa sulla grande Tradizione della Chiesa, che ha sempre rivolto suppliche per la povera persona del Papa. La comunità cristiana nei secoli ha infatti testimoniato la sua comunione con la Chiesa non solo ascoltando e conoscendo il magistero del Papa, ma anche con una preghiera per la sua persona. Nella formula latina originale dell’invocazione « pro Pontifice nostro» si chiede di non farlo cadere in balìa dei suoi nemici: «Il Signore lo conservi a lungo, gli dia vigore, lo conforti in questa vita e non l’abbandoni in balìa dei suoi nemici».

Il 29 giugno del 2005, Papa da pochi mesi, Benedetto XVI proprio nella festività di Pietro e Paolo aveva voluto ricordare la sorgente della nostra fede e insistere su cosa può rendere sicura e forte la barca di Pietro contro il maligno, ieri oggi sempre. E disse: «La festa dei santi Apostoli Pietro e Paolo è insieme una grata memoria dei grandi testimoni di Gesù Cristo e una solenne confessione in favore della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. È anzitutto una festa della cattolicità. Cattolicità non esprime solo una dimensione orizzontale, il raduno di molte persone nell’unità. Esprime anche una dimensione verticale: solo rivolgendo lo sguardo a Dio, solo aprendoci a Lui noi possiamo diventare veramente una cosa sola». Pio XII, mentre infuriava il conflitto mondale, il 29 giugno 1941, celebrava la grandezza di Roma fondata sul sangue dei martiri Pietro e Paolo: «O Roma felix, che è stata consacrata dal sangue glorioso di questi due principi!... Perché la fede di Roma, qui suggellata sulla destra e sulla sinistra sponda del Tevere con il sangue dei Principi degli Apostoli, è la fede che fu annunciata a voi, che si annuncia e si annuncerà nell’universo mondo». Da cattolici, oggi, vogliamo quindi anche assicurare l’attuale pontefice, Successore del Pescatore di Galilea che, come si legge nel Vangelo, Cristo stesso prega per Pietro e per i suoi Successori, innanzitutto affinché rimangano nella fede degli Apostoli: «Ho pregato per te, Pietro, che la tua fede non venga meno».

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