sabato 23 gennaio 2016
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Era già capitato, capiterà ancora. Brutti spettacoli in Parlamento se ne sono visti diverse volte. Indimenticabile il caso degli studenti in visita,  ammutoliti davanti a un’Aula quasi completamente deserta mentre un ministro pronunciava un discorso. E così è accaduto giovedì a Montecitorio: tutto lasciava pensare che si celebrasse l’ultimo passaggio per la legge sull’omicidio stradale, attesa da anni e in favore della quale sono state raccolte decine di migliaia di firme di semplici cittadini. Tra il pubblico, a Montecitorio, c’erano i familiari delle vittime della strada. Madri, padri, fratelli, figli, che pensavano fosse arrivato il momento di esultare. E invece a esultare e applaudire sono stati numerosi parlamentari dell’opposizione.  È accaduto che a voto segreto è stato approvato un emendamento di Forza Italia a cui il governo aveva espresso la sua contrarietà. Dunque, esultanza e applausi. E non perché l’emendamento che esclude l’arresto in flagranza per chi provoca lesioni e si ferma a soccorrere la vittima migliorerà la legge (anche su questo, in realtà, si potrebbe legittimamente dibattere).  No, non per questo, checché ne dica il relatore dell’emendamento, il forzista Francesco Paolo Sisto. Si esulta perché il Pd «è stato fregato» o perché in aula c’è stato il «suicidio politico» del governo. E intanto in tribuna i familiari delle vittime si guardano l’un l’altro, sgomenti. Un’offesa al loro impegno e alla loro pazienza, quegli applausi. Uno spregio della loro sofferenza, quel vergognoso trasformare un dibattito parlamentare in un giochetto di bassa politica. Ieri sui social network molti di loro, a partire da Stefano Guarnieri, papà di Lorenzo, ucciso a 17 anni da un ubriaco al volante, e tra i primi firmatari nel 2010 della proposta di legge sull’omicidio stradale, hanno  espresso civilmente la loro delusione. Per quell’esultanza e per quegli  applausi irriguardosi, prima ancora che per l’ulteriore rinvio al Senato di una normativa giusta, sacrosanta (basta considerare in quali “armi  improprie” si trasformino le automobili se guidate in maniera irresponsabile e quali lutti e sofferenze possono provocare).  Le associazioni dei familiari della vittime della strada assicurano che non si arrenderanno, che seguiranno con pazienza che l’iter della legge sia completato. Non basterà a distrarle la sguaiatezza di chi trasforma tutto in mero calcolo politico contingente, strumentalizzando anche il buonsenso e dimenticando il rispetto.
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