mercoledì 15 febbraio 2023
Lettera dal carcere di Yashin, un politico contro la guerra in atto
Non confondete Putin e i russi e non lasciate solo chi si oppone
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Il testo che accompagna queste brevi note è una lettera scritta da Ilya Yashin nel carcere in cui è rinchiuso dalla scorsa estate. Da alcuni giorni rimbalza da un account digitale all’altro, soprattutto in Russia ma non solo lì, ed è già stato ripreso in Occidente dal quotidiano britannico “Time”. Yashin, oppositore politico di Putin, è in carcere con l’accusa di aver diffuso «notizie false» per avere fatto circolare informazioni su quanto sta accadendo con la cosiddetta «operazione speciale» e per aver espresso aperta condanna per l’aggressione russa all’Ucraina. Il suo messaggio fa pendant con quanto sostengono gli oppositori che sono rimasti nel Paese, dalla rockstar Yuri Shevchuk d(che un appello rimasto inascoltato e partito da queste pagine avrebbe voluto se non di persona con la sua musica al Festival di Sanremo) al premio Nobel Dmitrij Muratov. Yashin con la sua scelta di restare e obiettare pubblicamente, andando incontro alle conseguenze durissime della “giustizia” attualmente in vigore, rappresenta certamente una forza e una coscienza vitale che merita rispetto e tutto il sostegno di chi vuole che una Russia diversa possa sorgere e prendere in mano il proprio futuro. (rck)

Tra non molto sarà passato un anno da quando è iniziata la guerra scatenata dal Cremlino contro l’Ucraina. Questa ha provocato la perdita di decine di migliaia di vite umane, distrutto intere città e trasformato milioni di famiglie in profughi. Vladimir Putin, responsabile di questa tragedia, è diventato un vero e proprio simbolo del male, e perciò viene maledetto in tutto il mondo. Ma sembra che sempre più spesso a diventare oggetto di ostilità sia anche il popolo russo.

La principale accusa nei confronti dei russi è di non aver fatto resistenza alla politica aggressiva del proprio governo, il che lo porterebbe a essere complice dei crimini di guerra. Mi chiamo Ilya Yashin, sono un politico dell’opposizione russa che è stato imprigionato dal Cremlino dall’estate 2022. Sono stato condannato a 8 anni e mezzo di carcere perché mi sono pubblicamente opposto alla guerra con l’Ucraina. Ma oggi voglio dire qualche parola in difesa del mio popolo. Per prima cosa, noi resistiamo. Dall’inizio dell’invasione e per tutto il 2022, la polizia ha arrestato quasi 20mila oppositori della guerra. Oppositori in Russia. Secondo gli attivisti per i diritti umani, dal 24 febbraio a oggi le proteste sono divampate quasi quotidianamente in diverse città e solo 18 giorni del calendario sono trascorsi senza detenzioni e arresti da quando la guerra è cominciata. E continuiamo a vedere esempi sorprendenti di coraggio civico.

Penso all’operaio Vladimir Rumyantsev ha ricevuto una condanna a 3 anni di carcere per aver organizzato una stazione radio amatoriale attraverso la quale trasmetteva informazioni contro la guerra come al deputato di Mosca Aleksey Gorinov che è stato mandato in prigione per 7 anni dopo aver proposto in una riunione nel Comune della capitale di dedicare un minuto di silenzio in ricordo dei bambini ucraini morti. In secondo luogo, le persone fuggono da Putin. Nell’arco di questi dodici mesi tra un milione e un milione e mezzo di cittadini hanno lasciato la Russia e la stragrande maggioranza di loro è emigrata, perché non vuole essere coinvolta nell’aggressione militare. Vorrei attirare la vostra attenzione sul fatto che almeno il doppio delle persone ha lasciato il Paese rispetto a quelle sinora mobilitate per la guerra.

Sì, probabilmente si possono rimproverare coloro che hanno preferito la fuga alla resistenza, alle prigioni e alle torture. Ma sta di fatto che centinaia di migliaia di miei compatrioti hanno lasciato la loro casa, non accettando di diventare assassini su ordine del governo. Terzo: chi rimane in Russia vive come un ostaggio. Molti disapprovano la guerra, ma tacciono per p aura di rappresaglie. Tuttavia, il silenzio di un ostaggio contro il quale è puntata la pistola di un terrorista non lo rende complice di un terrorista. Voglio invitare la comunità internazionale a essere saggia.

Astenetevi dall’umiliare i russi, perché questo genere di retorica non fa altro che rafforzare il potere di Putin. Scaricando la responsabilità dei crimini di guerra della giunta del Cremlino sul mio popolo, si sminuisce la responsabilità morale e politica di Putin. Gli si offre l’opportunità di ovviare alle giuste accuse di persone che, di fatto, in questo quadro diventano suoi ostaggi inermi, scudi umani. Ritengo questo sia un grave errore. Putin ha portato grande dolore al popolo ucraino. Ma con questa barbara guerra sta uccidendo anche il mio e nostro Paese, la Russia. Credo che i russi possano diventare alleati del mondo libero contro il tiranno. Tendete la vostra mano ai miei concittadini.

dal Carcere Sizo-1 di Udmurzia

Traduzione di Raffaella Chiodo Karpinski

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