domenica 6 marzo 2011
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Primo quesito. Se un presidente della Repubblica laico e dalle radici politiche a tutti note, ancorché da sempre rispettosissimo dei valori religiosi e mai avaro di riconoscimenti per il ruolo che i cattolici hanno svolto e svolgono nella vita nazionale; se un capo dello Stato italiano con un simile identikit si affaccia a una tribuna internazionale particolarmente qualificata e solenne come il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, per esprimere, accanto alla preoccupazione per la crisi libica, il suo personale «choc» per il delitto Bhatti consumato in Pakistan e per esprimere solidarietà a quel popolo e alla famiglia dell’ucciso; se infine uno come Giorgio Napolitano alza la sua voce a Ginevra per chiedere «speciale protezione» in favore di «gruppi vulnerabili quali sono le comunità cristiane in alcuni Paesi»: ebbene, si può e si deve definire tutto ciò una notizia degna di pubblicazione? La risposta, scorrendo l’intero panorama della stampa italiana di ieri, è no. Nessuno (a parte una fugace citazione in un servizio dell’inviata dell’Unità) ne ha parlato. Secondo quesito: come mai? Il dibattito, se lo si vuole, è aperto.
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