sabato 16 novembre 2013
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Gentile direttore,
le scrivo a riguardo della polemica per la conduttrice di tg norvegese che indossava la croce. Nell’affermazione del suo capo: «I conduttori del tg devono apparire neutrali», si nasconde tutta la logica e la politica del nulla, tanto di moda oggi. Il conduttore neutrale è appunto… un’apparenza. Nessuno infatti può essere neutrale su qualcosa, tanto meno sui fatti. Il direttore stesso non è rimasto neutrale e ha preso una posizione. A meno che si voglia ridurre tutto al nulla, a partire dalle cose che non piacciono. E in un’Europa che perseguita nemmeno più tanto subdolamente il cristianesimo, l’alternativa non sarà il nulla, ma un’islamizzazione sempre più radicale e ahimè, violenta. Gli scandinavi che approvano, se coerenti, tolgano la croce dalla loro bandiera.
Armando Ferrario, Cairate (Va)
Condivido la sua preoccupazione, gentile signor Ferrario, meno la sua conclusione. Ma soprattutto penso che sia importante una precisazione: nessun giornale e nessun giornalista è totalmente "neutrale", ma ogni giornale e giornalista può e deve essere "onesto": rispettando i fatti per quello che sono e offrendo, accanto ai fatti stessi, la propria opinione. Quanto alla ostilità anti-cristiana che va emergendo anche in Europa, ne registriamo i segni da tempo. Ma sono tra quelli che pensano che non ci sia nulla da rimuovere o ammainare e tanto, tantissimo, da riscoprire e far riscoprire a partire dalla vita delle persone e delle comunità cristiane. Siamo portatori di amore, non di polemica. E non dobbiamo essere né ingenui né remissivi, ma capaci di solare coerenza.
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