Libertà religiosa: l'impegno dell'Italia
giovedì 13 luglio 2017

Caro direttore,

la tutela e la promozione della libertà di religione costituiscono una delle priorità della politica estera italiana e dell’impegno dell’Italia in materia di diritti umani. Per questo sono particolarmente lieto di accogliere oggi, alla Farnesina, la Conferenza, organizzata insieme all’Ispi, dedicata alla tutela delle comunità religiose, con la partecipazione di rappresentanti del mondo religioso, accademico, diplomatico e di esperti internazionali.

Coerentemente con l’intento di sostenere lo sviluppo di una cultura del dialogo e della reciproca comprensione, ho promosso la costituzione di un Osservatorio sulle minoranze religiose nel mondo e sul rispetto della libertà religiosa, che sarà istituito proprio oggi. L’Osservatorio avvierà processi di studio, analisi e monitoraggio delle condizioni delle minoranze religiose nel mondo, nell’ottica di rafforzarne la tutela. Elaborerà proposte per attività di sensibilizzazione, anche a livello locale, e svolgerà il proprio lavoro in coordinamento con la nostra rete diplomatica all’estero.

Sono fiducioso che il lavoro dell’Osservatorio sarà un nuovo importante elemento del sistema Italia per la promozione della libertà di religione, perché vedrà schierati rappresentanti del mondo accademico e della società civile, con l’obiettivo di rendere la nostra azione ancor più efficace e mirata e più forte il nostro auspicio di pace. Difendere la libertà di ciascun individuo di professare la propria fede così come tutelare i diritti degli appartenenti a minoranze e comunità religiose sono elementi co-essenziali alla promozione di società inclusive e pacifiche. La diffusione di questi valori è indispensabile per la pace e la stabilità.

Su questo fronte, ho voluto rilanciare la nostra azione politica sia nelle organizzazioni internazionali che nei rapporti diplomatici con i Paesi. Troppo spesso il fattore religioso è stato visto come causa di conflitti anziché come parte della loro soluzione. La selettività e la sistematicità delle violenze perpetrate contro comunità minoritarie di credenti in particolare, ma non solo, nell’area mediorientale, esigono una chiara risposta da parte della comunità internazionale. Abbiamo vissuto con grande dolore, per esempio, gli attacchi e le violenze contro le minoranze cristiane nelle diverse zone del mondo. Ma è lo stesso dolore che colpisce tutti, quando una comunità religiosa è ferita e violata.

Sono molteplici le iniziative lanciate a livello internazionale a tutela della libertà religiosa. In questa cornice occorre assicurare coerenza di azione e rafforzare, a riguardo, la nostra collaborazione – che è già positiva e incoraggiante – con numerosi partner. Ma la realtà attuale ci chiede sforzi aggiuntivi. Il nostro convinto contributo, anche attraverso interventi umanitari, per contrastare con efficacia le violenze nei confronti di minoranze etniche e religiose, si basa sul pieno rispetto dei princìpi di imparzialità e umanità. La nostra azione a livello internazionale si ispira da sempre al principio di universalità della risposta, con l’obiettivo di difendere le comunità colpite da queste violenze, indipendentemente dalla loro religione o etnia. Il focus della Conferenza si incentrerà su un aspetto che mi è particolarmente caro: la necessità di coinvolgere i giovani per poter promuovere una cultura del rispetto e del dialogo. I giovani, infatti, sono tra i principali attori che possono effettivamente farsi promotori di un cambiamento delle nostre società. È necessario impegnarci per sensibilizzare le nuove generazioni a questi temi e per promuovere l’educazione ai diritti umani, necessaria affinché ogni individuo acquisisca consapevolezza dei propri diritti e sia in grado di promuoverli e di esercitarli pienamente, ma anche di rispettare quelli degli altri.

*Ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale

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