L'informazione è a rischio? Sì, ma può svuotare la reputazione della guerra
sabato 30 aprile 2022

Caro direttore,
secondo lei l’informazione così invasiva sulla guerra in Ucraina può accorciare o allungare i tempi di situazioni nefaste? I mass media non dovrebbero un po’ "censurarsi" per cercare di trovare una salutare tregua? Io non so mai se quello che leggo è vero o reale - non parlo di "Avvenire"! - o se siamo sotto al giogo della guerra d’informazione. Già il nostro "esilio" non è facile, se si aggiunge anche la guerra diventa tutto davvero come un inferno in terra.
Marco Sostegni, Vinci (Fi)

Condivido il suo timore, caro amico. Durante una guerra oggi come ieri, ma oggi un po’ di più, accanto alle vittime certe e quasi solo innocenti dello scontro bellico ci sono i lettori-spettatori-ascoltatori che rischiano di rimanere a loro volta vittime di un’informazione deformata da emozioni (naturali e legittime), pregiudizi (pericolosi) e propagande (insopportabili e persino criminali, come le stragi). Cronache non eccitate e non strabordanti possono essere, tuttavia, l’antidoto a questo concreto e grave rischio.
Credo fermamente, infatti che l’informazione sia un bene prezioso che non è mai abbastanza condiviso, e ringrazio i colleghi del mio e di altri giornali che con lucidità e umanità, correndo anche seri pericoli, stanno resistendo alla triplice tenaglia che ho appena descritto e – in questa occasione meglio che in altre – ci aiutano a vedere sia l’orrore della guerra nella sua durissima realtà sia il dolore delle persone, sia la resistenza umana che dentro ogni guerra si realizza. Nonostante tutto, nonostante cioè che a decidere della guerra e della pace siano soprattutto i "potenti", la consapevolezza ben informata delle opinioni pubbliche è importantissima. E resta una strumento fondamentale per svuotare la "buona reputazione" della guerra (che si costruisce con mille artifici) e per fermarne la «follia», che papa Francesco ha denunciato incessantemente e che lei definisce l’«inferno in terra».
L’inferno in terra non è, sia chiaro, l’immagine della guerra per quanto angosciante, ma la sua pratica: l’odio, gli eccidi, i calcoli, gli affari, le pretese egemoniche… L’inferno è la minaccia totale per l’umanità a cui essa dà incombente sostanza a causa delle armi tecnologiche e annichilenti di cui disponiamo, che continuiamo a rendere più letali e feroci e che usiamo straparlando di eroismo e grandi valori. Per questo non esistono più, se mai davvero sono esistite, «guerre giuste». Per questo, più che mai si può e si deve fare un’informazione giusta.

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