mercoledì 15 giugno 2022
Una critica motivata alla procedura di misurazione universitaria
L'eccellenza è solo un feticcio. Si recuperi chi resta indietro

Imagoeconomica

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Caro direttore, ho letto con interesse l’articolo di Andrea Lavazza del 7 giugno sulle valutazioni dell’Eccellenza ai dipartimenti universitari. L’ho trovato equilibrato e ben informato.

Vorrei solo aggiungere una considerazione che merita di essere sottolineata. Sono perfettamente d’accordo con la critica radicale all’Anvur, un organismo che ritengo personalmente opaco e costoso. Per quanto riguarda l’eccellenza, va aggiunto che il peccato originale è nella sua stessa istituzio- ne: se infatti i fondi di eccellenza fossero fondi aggiuntivi, non potrei obiettare seriamente, ma in realtà si tratta di fondi tagliati ai 'non eccellenti'.

Dunque, in sintesi, non si tratta di ottenere premialità, ma di evitare tagli. Questa politica sta cercando di stabilire una gerarchia in un sistema che era relativamente omogeneo, danneggiando una parte dell’università alla ricerca di un feticcio: l’eccellenza. Non sarebbe assai meglio per il Paese innalzare invece la qualità media e recuperare gli atenei che sono più indietro? Se applicassimo in maniera sistematica questa logica ad altri settori, dovremmo chiudere gli ospedali meno efficienti e spostare i malati dal Sud al Nord. Per chiarezza, specifico che questo discorso non lo faccio perché invidioso di posizioni che sono fuori della mia portata: sono direttore di un dipartimento di eccellenza e quest’anno stiamo concorrendo per la seconda tornata, con un successo ovviamente in nessun modo garantito, ma con una valutazione dell’indice Ispd di 99,50, dunque solo mezzo punto sotto il massimo.

direttore del Dipartimento SAGAS; Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo, Università di Firenze

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