Le Lanterne Verdi sono «per» e non «contro». Accendiamole tutti
martedì 23 novembre 2021

Caro direttore,
ho condiviso ogni parola del suo editoriale del 16 novembre 2021 «Una corona di filo spinato». Ho provato pietà, ma soprattutto, tanta, tanta impotenza. Mi sono sentito come Idefix, il cagnolino di Asterix e Obelix, il fumetto di Goscinny e Uderzo. Con la coda tra le gambe, quando i legionari romani comandati da Cesare, abbattono foreste intere e invece di costruire ponti costruiscono palizzate per le loro guarnigioni. Non mi riconosco in nulla, nell’Europa del presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, il presidente con le mani in tasca sbracato vicino a Erdogan mentre Ursula von der Leyen era confinata su un divanetto, il presidente dell’Europa dei muri e del filo spinato. Per me avrebbe già dovuto dimettersi. Meno male che ci sono le Lanterne Verdi. Ecco: mi piacerebbe se a partire dall’Avvento, tutti i lettori accendessero una Lanterna Verde, sul balcone o alla finestra, vicino alle bandiere italiana ed europea, in segno di solidarietà per i profughi e i migranti in tutto il mondo. Grazie e cordiali saluti con un abbraccio e tanti complimenti per lei e tutta la Redazione.

Bruno Generale Momo (No)

Caro direttore,
la Polonia è grande poco più dell’Italia (312.695 kmq) ed ha una popolazione di 38,5 milioni di abitanti; confina con 6 Stati, tra i quali la Bielorussia con cui condivide un confine di oltre 200 km. La Bielorussia ha una superficie di 207.600 kmq ed una popolazione di 9,5 milioni di abitanti; confina con 4 Stati, oltre che con la Polonia. Ebbene, su quei 200 km. (o parte di essi) si stanno svolgendo dei fatti, come riportano i media, che ci fanno davvero piangere. Due distinti sistemi autoritari stanno schiacciando, con consapevole violenza, migliaia e migliaia di esseri umani disarmati. E non cercano – in accordo con le varie Autorità internazionali – soluzioni diplomatiche. L’Unione Europea, per quanto riguarda la Polonia che ne fa parte, fa fatica a intervenire, anche per la sua nota debolezza e ambiguità, almeno sino a poco tempo fa, sul capitolo immigrazione (l’Italia ne ha fatto e ne fa le spese). Ma deve intervenire: questi orribili fatti avvengono in casa sua! Spostare le Lanterne Verdi dalle finestre di coraggiosi polacchi dentro le teste e i cuori dei Governanti, è un “transfert” urgente e necessario. Se si va avanti con i muri, con i “primati”, con gli egoismi, l’Europa si perderà e assisteremo, prima di quanto pensiamo, a una nuova epoca di nazionalismi, con quello che ciò comporta, come la storia dovrebbe averci insegnato. Un sussulto di politica vera e di vera umanità ci potrebbe salvare. Non lasciamo solo papa Francesco e, con Lui, quelle parti di Chiesa capaci di leggere “sine glossa” il Vangelo, soffrendo, invece, per quelle altre parti di Chiesa – pur tristemente presenti – che accompagnano il Vangelo stesso con menzogne, filo spinato, proiettili, prigionie, torture e prostituzione del diritto.

Renato Omacini Venezia

Accendiamo le Lanterne Verdi, cari amici. Accendiamole insieme, alle finestre, sui balconi, sui presepi e sugli alberi natalizi. Punteggiamo anche con esse la strada verso il Natale di Gesù. Ne abbiamo bisogno. Perché spezzano il buio della notte, dicendo che è ancora e sempre possibile uno sguardo umano e cristiano sulla vita. E perché le Lanterne Verdi non sono contro nessuno, sono “per”. Le hanno accese per primi, in Polonia, coloro che rigettano sia i cinici calcoli dell’autocrate di Minsk (e dei suoi alleati e protettori), sia l’ideologia dei muri alzati “a prescindere” ai confini della Ue. Regimi che però, vorrei dirlo al caro amico Omacini, oggi non sono affatto uguali. Anche se ugualmente autoritari rischiano di diventare davvero lungo la china che ha portato l’attuale governo di Varsavia a prove di forza pericolose e sbagliate con l’Unione Europea e a interpretare in modo così algido e per nulla cristiano anche la vicenda dei profughi dal Vicino Oriente attirati in Bielorussia e usati da Lukashenko (e Putin). Non sono bandiere di guerra, le Lanterne Verdi. Sono segni di pace e di solidarietà. Quella pace e quella solidarietà che la Chiesa tutta – dal Papa ai vescovi polacchi e lituani e bielorussi – testimonia e invoca insieme ad altre voci e coscienze in tutte le società che vogliono essere e restare civili.

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