La svastica tatuata (il male e l'ignoranza)
sabato 9 marzo 2019

C’è un personaggio politico trentino che s’è tatuato una svastica sul polpaccio del piede destro, e la cosa colpisce come ennesima prova del fascino, posso aggiungere maligno?, che la simbologia nazista suscita ancor oggi. Un giornale pubblica la foto del piede con svastica: il pantalone è corto, scende fino a trenta centimetri dal piede, il calzino è basso, sale fino a cinque centimetri dalla scarpa, e tra il calzino e l’orlo del pantalone sta la svastica tatuata, ben visibile, ostentata.

La guardo e mi viene in mente un’affermazione di William Shirer, nel suo bellissimo saggio Storia del Terzo Reich, che si legge come un romanzo. Shirer si domanda qual è stata la più grande invenzione di Hitler e risponde: 'La svastica'. L’uso, l’impiego della svastica nelle bandiere, negli stendardi, nei manifesti, nei bracciali. Nel Reich indicava l’appartenenza alla razza ariana, vantata come un destino e un potere.

Oggi i giovani la usano caricandola di un rimpianto. E così fa certamente questo giovane, anzi questa giovane, di Trento. Chi ti mostra una svastica ti dice: 'Io sono superiore a te'. Sono superiore, ho più forza, e posso usarla, tu devi sottometterti. Una tv ha registrato l’intervista a esponenti dell’estrema destra in Italia, che alla domanda: 'Voi pensate che gli ebrei siano inferiori?', rispondono, uno dopo l’altro: 'Sì'. Il tatuaggio della svastica indica che chi se l’è tatuata abbraccia quell’opinione per sempre, non intende cambiare idea: le uniformi si buttano, ma il tatuaggio resta. Perciò questo caso di Trento è grave, perché chi s’è tatuata la svastica sul piede fa parte (faceva parte, da un giorno ha dato le dimissioni) dell’Amministrazione di quella Provincia Speciale.

La svastica è possibile vederla sui muri delle nostre città, sotto rivendicazioni o minacce destrorse, come una firma. Indica che lì c’è chi la pensa così. La pensa così riguardo al futuro (vuole un futuro in cui la svastica conti), ma anche riguardo al passato (rimpiange un passato in cui la svastica contava). Questa (ex) capo-gabinetto di un Assessorato provinciale di Trento appare in un video in cui canta una parodia del Ragazzo della via Gluck, riadattato in una chiave che i giornali definiscono nazista, ma che in realtà è semplicemente maligna, esaltatrice del male: 'C’era un ragazzo della Wehrmacht, / si divertiva a giocare con me, / qual era il gioco non te lo dico, / ogni mattina spariva un amico, / là dove c’era il Belgio / ora c’è il Terzo Reich'. Il clou della malignità sta nell’'amico' che vien fatto sparire, e questa sparizione è una gioia, e nella scomparsa del Belgio, sentita come benefica, perché è la comparsa del Terzo Reich. Noi siamo nella gioia per la scomparsa degli 'amici' e l’allargamento del Reich.

Tutto questo è riassunto nella svastica tatuata sul polpaccio. La ragazza tira un po’ su il calzone, e ti sbatte in faccia questo messaggio: lei è tutto, tu niente. Ha ragione Shirer: tra le invenzioni di Hitler, la svastica è la più efficace. Ma la svastica comportava crudeltà: se ogni mattina sparisce un amico, non sparisce da solo, ma perché tu lo fai sparire. Il regime della svastica aveva creato una lista di benemeriti cosiddetti 'per disagio psicologico': facevano cose orribili per amore della svastica, perciò se la meritavano. Se la merita questa trentina del tatuaggio? È in grado di fare cose orribili? Io mi auguro e le auguro di no. Probabilmente, non le conosce neppure. Il culto della svastica si alimenta anche e soprattutto d’ignoranza.

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