La saggezza più che mai necessaria nel tempo neoproporzionale. A tutti
martedì 16 aprile 2019

Gentile direttore,
ho letto lo scritto della senatrice Cirinnà. Non è che il solito, ripetuto, ristretto argomentare: i soliti concetti, triti e ritriti. Nulla di nuovo: le accuse ai “discriminatori”, agli “omofobici”... non c’è uno spiraglio di novità. Ferma e tetragona nel suo pensiero, come lei le ricorda, «manifestato anche con una certa foga» via web e a Verona. Trovo puntuale, chiara e ragionata la sua replica, caro direttore. Ottimo poi il consiglio, viste certe insufficienze e ambiguità, di porre attenzione a quel «brusco distacco di settori importanti della pubblica opinione dal Partito democratico» e così la conclusione: «E io credo che i nuovi vertici del Pd farebbero male a non considerare [quel brusco distacco] con attenzione e preoccupazione». Purtroppo neppure Calenda dà segni di accorgersene. Di questo passo se lo possono sognare il 20%... Saliranno destre niente affatto belle, purtroppo anche grazie all’astensione e ai voti di molti cattolici, specie quelli indifferenti ai bisogni sociali.

Beppe Serione Torino

Caro direttore,
le scrivo a proposito delle reazioni in forma di dichiarazioni e di una lettera a lei inviata della responsabile dei diritti civili Pd, senatrice Cirinnà, all’iniziativa di nove consiglieri democratici dell’Emilia Romagna per un emendamento a una legge regionale antidiscriminazioni. Ricordo che si trattava di un semplice richiamo allo «sfruttamento della donna» attraverso la pratica dell’utero in affitto, cioè – come lei ha ricordato – alla riduzione del corpo femminile a puro “strumento” e dei bambini a “merce”. Davvero poco democratiche e laiche le reazioni di chi, non condividendo, ha preferito piuttosto ritirare la proposta per timore che potesse essere approvato l’emendamento sgradito. La stessa Corte Costituzionale nel 2007 aveva sentenziato che la maternità surrogata «offende, in modo intollerabile, la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane ». Identica la posizione della grande maggioranza delle associazioni femministe, di Arcilesbica, della “Libreria delle Donne” con Luisa Muraro, il movimento “Se non ora quando-Libere” fondato da Francesca Izzo, ex parlamentare del Pd, e tante altre ancora. La senatrice Cirinnà, sembra non accettare che un pensiero unico, il suo, ma così non ha cittadinanza in un Pd in cui convivono e devono farlo in modo sempre più evidente le culture progressiste del Paese, ha subito parlato di «emendamento devastante» e di «scambi elettorali». Ha anche “dato indicazioni” al nuovo segretario Zingaretti sulla posizione che il Pd dovrà avere, accanto – a quanto pare – alle correnti femministe minoritarie, favorevoli all’“utero in affitto” e al “lavoro sessuale” (la prostituzione legalizzata). Abituato a sperimentare giornalmente le difficoltà che il nostro “popolo” sta vivendo, suggerisco alla senatrice di scendere dal pulpito e venire a vedere cosa si aspetta dal Pd la povera gente, invece di dedicarsi solo a battaglie ideologiche su temi delicatissimi da affrontare con approccio molto più pacato, serio e responsabile.

Gabriele Petrolito assessore Politiche Sociali e Sanità Comune di Mirano (Ve)

Caro direttore,
le scriviamo in merito alla proposta di legge contro la cosiddetta omotransnegatività. In qualità di responsabili di tre associazioni interessate, abbiamo seguito molto da vicino l’iter di questa legge che non presenta solo il problema dell’evidente volontà di giustificare la pratica della Gpa ma anche quella di comprimere in modo gravissimo la libera espressione del pensiero e la libertà di scelta educativa. Troviamo inoltre poco obiettivo citare tra gli oppositori solo il consigliere Paruolo (ovviamente del Pd). Il centrodestra compatto sta svolgendo un lavoro eccellente di opposizione ed è solo grazie a loro e a tante realtà associative del territorio che li hanno sostenuti se la scorsa settimana la legge ha avuto un blocco nel procedimento di approvazione, speriamo definitivo. Se fosse stato per il Pd quella legge sarebbe stata approvata nel silenzio generale. La levata di scudi del centrodestra e dell’associazionismo cattolico ha costretto i cattolici del Pd a prendere posizione. Tanto di cappello e tanta gratitudine quindi a Paruolo e agli altri cattolici del Pd che hanno firmato l’emendamento, ma totale gratitudine al centrodestra che ha prodotto questo risultato con un’azione tenace e competente. Speriamo nella totale archiviazione del disegno finalizzato ad entrare in tutte le realtà educative per promuovere la cultura omosessualista e gender. Precisiamo che le discriminazioni di ogni tipo anche sulla base dell’orientamento sessuale sono già tutelate dalla legge penale e in Emilia Romagna da una specifica legge regionale del 2014. Qui l’intento è di finanziare più di quanto già non si faccia con il progetto “w l’amore”, le attività dirette a promuovere la fluidità di genere. Nostro Tempo quotidiano diocesano legato ad Avvenire ha pubblicato un articolo che evidenzia i vari punti incostituzionali della legge. Inoltre giovedì 11 aprile si è tenuto un interessante convegno organizzato da Generazione Famiglia a cui ha partecipato un relatore del Centro studi Livatino che ha evidenziato i molteplici aspetti critici della legge.

Antonella Diegoli, Lucia Morgillo, Elisa Rossini


Comincio dall’ultima delle tre lettere che ho scelto e che mi sono state inviate a commento del mio cortese e franco scambio di opinioni con la senatrice Cirinnà che ho pubblicato domenica 14 aprile e che faceva seguito alla polemica frontale della stessa parlamentare, e responsabile Pd dei diritti civili, nei confronti di suoi colleghi di partito emiliano-romagnoli per la vicenda delle legge regionale anti-discriminazioni nei confronti di persone omosessuali o transessuali. E qual è stato, gentili e care signore Diegoli, Morgillo e Rossini, l’incipit della mia risposta alla senatrice? L’auspicio di una legge, cito testualmente, «ben modulata, rispettosa anche delle libertà di civile opinione e che contenga il richiamo – proposto in forma di emendamento da nove consiglieri del Pd e condiviso dalle opposizioni di centrodestra – allo “sfruttamento della donna” attraverso la pratica dell’utero in affitto». Non scrivo mai senza pesare le parole. Basta leggerle. Come basta leggere per capire che il consigliere regionale del Pd Giuseppe Paruolo si è beccato dell’«omofobo» per aver contribuito a proporre e a difendere l’emendamento sulla maternità surrogata e che quel legame stretto tra il suo atto politico e l’accusa è il cuore della mia risposta sul punto alla senatrice Cirinnà che negava qualunque attinenza dell’emendamento alla materia della legge. Su che cosa avrei dovuto confrontarmi con Monica Cirinnà, sul dibattito interno al Pd o sulla, pur richiamata, posizione assunta dalle forze di opposizione di centrodestra? Detto questo, non intendo entrare nel merito della poca considerazione che da questa lettera emerge per la scelta politica di un folto gruppo di consiglieri cattolico-democratici che ha provocato uno scossone nel Pd e fatto emergere le contraddizioni della progettata legge regionale. Dico solo che mi sembra poco generosa. Così come non intendo entrare nel merito delle pur interessanti valutazioni dell’amministratore comunale di Mirano. Ho già scritto e detto molte volte, caro assessore Petrolito, quel che penso in proposito: nel crollo dal 41% (europee 2014) al 18% (politiche 2018) del Pd c’è stato anche il «brusco distacco» con interi settori dell’opinione pubblica provocato da scelte “insensibili” del Pd sulla linea tracciata proprio da Monica Cirinnà, che hanno contribuito ad accreditare l’idea di un partito troppo attento a “desideri” ideologici e molto distratto rispetto ai “bisogni” veri della gente vera. Al caro signor Serione dico infine grazie per la condivisione. E gli confido che continuo a sognare cattolici (e laici) che nel mio Paese, su ogni tema, possano e sappiano valutare, partecipare, votare e scegliere non per sospetto, risentimento e disistima, ma per coerente chiarezza, senso delle priorità e dedizione al bene comune. Nel tempo neo-proporzionale che è cominciato (e che non sappiamo quanto durerà) è molto difficile che una qualunque parte politica arrivi a essere autosufficiente (e, visti i chiari di luna, francamente neppure riesco ad augurarmelo). Ecco perché credo che questa saggezza sarà più che mai necessaria in politica e nella società. E spero che tanti, almeno quanti bastano, la dimostrino.

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