La politica illusoria delle false promesse e il buon realismo da volere (e imporre)
martedì 19 novembre 2019

Caro direttore,
come ben sappiamo negli ultimi anni l’Europa e, in particolare, l’Italia stanno attraversando una grave crisi economica, dovuta a diversi fattori. A ogni tornata elettorale partiti e singoli politici di vario colore fanno a gara a chi promette di più e a enfatizzare la “soluzione migliore” per uscire dalla crisi. E la gente talvolta ci crede. Venti anni fa, gli italiani hanno creduto a Berlusconi che arrivò oltre il 35% dei voti e ora non raccoglie più del 7% dei consensi. Cinque anni fa, idem con il “rottamatore” Renzi che è arrivato al 41% dei voti per poi ridursi a fare il capo di un piccolo partito. Quasi in contemporanea tanta gente ha creduto nelle promesse del M5s, ma non appena sono arrivati alla guida di importanti amministrazioni locali e al governo i pentastellati di Di Maio hanno più che dimezzato i voti. Adesso, da un anno e mezzo, è il turno di Salvini che promette mari e monti, ma in un anno e passa di governo non ha saputo risolvere nessuno dei problemi che elenca e indica con forza. Morale della favola: i miracoli li fa solo Dio e meglio sarebbe se i politici fossero più realisti e la smettessero di illudere gli italiani.

Alfio Bettin

Una svolta all’insegna di un realismo umile ed efficace da parte dei nostri leader politici è una strada, caro signor Bettin. E io, come lei, mi auguro che molti – se non proprio tutti... – sappiano imboccarla con decisione. Non è affatto scontato che accada, ma sperar non nuoce. C’è però anche un’altra strada. E passa tra la “gente”, cioè riguarda direttamente noi. È la strada delle nostre scelte di cittadini ed elettori. È la strada del voto. Prendiamola sul serio. Non basta chiedere saggezza e buon realismo, bisogna imporli.

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