giovedì 24 ottobre 2013
COMMENTA E CONDIVIDI
Caro direttore,
vorrei trasmetterle la felicità provata nell’apprendere l’altro giorno da mia figlia di essere incinta per la seconda volta. Mi creda, essere nuovamente nonno mi riempie di una contentezza che posso paragonare solo a quando si diventa papà, pur nella consapevolezza delle difficoltà che stanno attraversando le nostre famiglie e gli ostacoli socio-culturali che ne appesantiscono il cammino. Però, quando ho visto le foto dell’ecografia del/la futuro/a nascituro/a che incrociava le gambette e si ciucciava innocentemente il ditino, al pari di quanto fa tuttora la sua sorellina prima di addormentarsi, mi sono chiesto come può qualcuno affermare che quella 'robetta' è un agglomerato di cellule e nient’altro! Sono rimasto, comunque, ancora più perplesso quando, discutendo incidentalmente di aborto con colleghi e amici, ho constatato da parte dei miei interlocutori una certa indifferenza e una sbrigativa banalizzazione del problema. Punti di vista – a mio avviso espressione di ignoranza – frutto di campagne mediatiche, 'illuministiche'. Tra me ho pensato: come possiamo definirci società evoluta se il comune sentire ha rimosso il sacro concetto di vita? Se manca un tale giudizio fondamentale, di riflesso viene meno il rispetto della vita stessa. Di colpo, gentile direttore, quasi una folgorazione, mi è parso di intuire l’origine e la fonte dell’attuale crisi che stiamo attraversando in Italia, nella cultura e nella società occidentale in generale. Poi ho pensato: forse mi sono sbagliato, ho confuso e impropriamente collegato questioni che non c’entrano? Ma, le ripeto, in quel momento e non so come a me pareva tutto così semplice e chiaro e tutto così logico!
Mariano Ruffon​i, Ponte di Piave (Tv)
Lei vede, pensa e soprattutto vive bene. E non è il solo, caro signor Ruffoni. Non è affatto il solo. Ne sia consapevole. Non si abbatta mai e gusti la gioia di ri­diventare nonno. Battute ciniche e incredibili noncuranze verso la vita nascente e la bellezza delle relazioni forti per eccellenza, quelle familiari, non possono e non devono demotivarci. Non possiamo proprio perdere la voglia di affermare nel dialogo con ogni interlocutore la bellezza e la verità della vita. Auguri affettuosi a lei, e a tutta la sua famiglia, a cominciare naturalmente da sua figlia e dal nipotino o dalla nipotina in arrivo.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI