La famiglia senza titoli è amore che si comunica
sabato 14 gennaio 2017

Caro direttore,

una mia amica carissima l’anno scorso era andata alle nozze di una nipote. Quest’anno, in occasione del primo anniversario di matrimonio, le ha mandato un biglietto di auguri. In risposta ha ricevuto dalla nipote la seguente lettera che trascrivo con la sua autorizzazione. «Grazie di cuore, cara zia! Ripercorro questo anno trascorso e quelli passati. Sento dentro un sentimento di gratitudine verso la Madonna e verso Colui che mi ha donato Federico e la sua famiglia. Grazie anche a voi per aver condiviso con noi quel giorno di immensa felicità e grazie per esserci nella mia vita. Se Federico mi ha scelta è anche grazie a chi mi ha generata, desiderata e amata fin da prima che nascessi (mamma e papà), a chi ha camminato passo passo al mio fianco, dandomi amore, forza e sostegno (Elena mia sorella) e a chi mi ha visto e amata nel mio crescere (tutti voi). Grazie! Un abbraccio pieno di bene: Laura». Poche righe, ma così complete da sorprendermi. Prima di tutto è una testimonianza di che cosa significhi aver ricevuto amore in famiglia, dove gli affetti crescono senza gelosia tra sorelle/ fratelli, ma anche la capacità di dare ciò che si è ricevuto, al punto di riconoscere oltre al loro affetto di novelli sposi, anche da parte della sposa vedere, come grazia di Dio, non soltanto il dono dello sposo, ma “ciliegina sulla torta” veramente inaspettata: il dono della famiglia del suo sposo. Penso alla proverbiale difficoltà tra suocera e nuora che molte volte viene superata quando la giovane sposa diventa a sua volta madre e comprende quanto sia consolante avere un aiuto anche dalla famiglia dello sposo. Ma che ancora prima di sentire le difficoltà di una vita a due, la nuora riconosca come “regalo” la suocera, è straordinario! Certamente niente avviene per caso e, quando in famiglia si vivono relazioni buone, la “teoria dei vasi comunicanti” riversa il bene che va oltre la propria famiglia.

Flora Bresciani

Grazie, cara amica, per aver condiviso con noi questa lettera dolce-amara. Dolce (e a qualcuno, magari, sembrerà troppo) per ciò che racconta: la verità dell’amore che si comunica e si moltiplica. Amara (e qualcun altro non sarà d’accordo) per ciò che conferma: questa è la famiglia che sui giornali e in tv resta inesorabilmente senza titoli, perché anche nella fatica della quotidianità costruisce e mette in circolo tanto bene e questo non è una notizia secondo la logica “cattivista”. Ad “Avvenire” non ci stanchiamo invece di riconoscerne la bellezza e la forza. Qui i titoli e lo spazio per madri e padri e figli così ci sono, con convinzione. E ci chiamino pure “buonisti”: a noi il buono della vita piace.

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