La disonorevole cittadinanza a Bolsonaro a casa di padre Ramin
venerdì 29 ottobre 2021

Gentile direttore,

la sindaca di Anguillara Veneta e i consiglieri della sua maggioranza che hanno voluto e votato il riconoscimento di cittadinanza onoraria al presidente del Brasile Bolsonaro sanno che un missionario comboniano padovano, padre Ezechiele Ramin, è stato ucciso in Brasile dai grandi proprietari terrieri, perché difendeva i senza terra e gli indios, custodi della foresta amazzonica, mentre l’attuale presidente, con le sue politiche, la sta distruggendo? Penso che, a ridosso del giorno dei Santi, sia più significativo ricordare un missionario che ha dato la sua giovane vita a difesa degli ultimi, che non offrire una pergamena a chi sta distruggendo il polmone verde del pianeta, aumentando povertà e ingiustizie nel Paese che governa.

Elvio Beraldin, Padova


Per fare ciò che lei suggerisce, gentile e caro amico, cioè onorare un missionario martire invece di un presidente quantomeno controverso e manifestamente insensibile alle sofferenze dei poveri e della natura, non bisogna soltanto amare la terra degli altri, in questo caso il Brasile e l’Amazzonia, ma bisogna anche amare per davvero – e non solo a parole o a slogan – la propria terra, in questo caso la terra veneta e padovana. Sì, bisogna amare la terra dove si è nati e cresciuti e l’umanità illuminata dalla fede cristiana che essa ha generato e ancora genera. Sino a capire, dando qui e ora senso al Padre Nostro che impariamo sin da piccoli, che abitiamo una «casa comune». Offrire la cittadinanza onoraria a chi ha compiuto errori evidenti e gravissimi, e probabilmente (ma non sono io il giudice che dovrà acclararlo) ha sulla coscienza misfatti intollerabili, è peggio di un autogol. È disonorevole complicità morale.

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